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Orso morto, Enpa: “Più controlli”

“La morte di un orso bruno marsicano, una delle specie più rare al mondo, non può passare sotto silenzio"

“La morte di un orso bruno marsicano, una delle specie più rare al mondo, non può passare sotto silenzio. È l’ennesima dimostrazione che in Italia la tutela concreta della fauna selvatica è ancora troppo debole, anche nei territori che dovrebbero rappresentare un presidio di biodiversità.” Così l’Ente Nazionale Protezione Animali sulle prime risultanze dell’esame necroscopico, comunicate dalle agenzie di stampa: l’orso non sarebbe morto a causa di un investimento, ma all’interno del corpo sono stati rinvenuti pallini da caccia. Sebbene sia escluso che sia stato ucciso da colpi d’arma da fuoco, la presenza di quei proiettili, potenzialmente tossici, testimonia la persistenza di attività illecite nei territori frequentati da questi animali.

“Non si tratta solo di un fatto grave. Si tratta di un fallimento – afferma Enpa –. La presenza di pallini da caccia nel corpo dell’animale, seppure non direttamente letale secondo le prime analisi, rivela ancora una volta quanto sia diffuso e impunito l’uso delle armi anche in aree ad alta sensibilità faunistica. Da anni, ad esempio, chiediamo che anche le aree contigue ai parchi siano sottoposte allo stesso regime di protezione delle aree protette, in particolare vietando qualsiasi forma di caccia. Ma finché queste richieste rimarranno lettera morta, continueremo a piangere vittime “eccellenti”.”

“È inaccettabile – prosegue Enpa – che a fronte di una popolazione di appena 50 individui non si riesca a garantire un sistema efficace di sorveglianza. Serve la presenza e il sostegno del Ministero dell’ambiente e delle Istituzioni, anche per i parchi. Servono poi pattugliamenti costanti, sanzioni certe, e la volontà politica di porre davvero un limite alla caccia illegale e al bracconaggio.”

Enpa auspica un rafforzamento immediato dei controlli e un impegno concreto da parte delle istituzioni e dello Stato – ricordiamo che l’art. 9 della Costituzione “…tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni” – per contrastare il bracconaggio e prevenire tragedie come questa. “Ci auguriamo – conclude Enpa – che vengano accertate al più presto le cause esatte della morte dell’animale, ma intanto la presenza di pallini di piombo nel suo corpo rappresenta comunque una sconfitta per la conservazione di questa specie simbolo.”

Comunicato stampa

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