“Prima di ipotizzare fantomatici complotti sui verbali ministeriali, l’assessore Verì farebbe bene a leggere quelli già da mesi pubblici, come il verbale della riunione congiunta del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza del 27 novembre 2019, dove a pagina 17 c’è scritto testualmente i tavoli invitavano, testualmente: “la regione ad adottare le misure di contenimento della dinamica della spesa e richiamano la legislazione vigente in caso di disavanzi non coperti”e paventavano ripercussioni sulla comunità, non ultimo l’aumento delle tasse. Grave è agire come se non si fosse ricevuta tale ammonizione”, replica il capogruppo PD Silvio Paolucci, intervenuto con il centrosinistra per sullo stato dei conti della sanità.
“Nella replica ci si accusa di aver usato i progetti obiettivo per far quadrare i conti – riprende l’ex assessore alla Sanità – ma la Verì dovrebbe sapere bene che questi non c’entrano nulla, per altro i conti 2016-2018 hanno rispettato il piano sanitario 2016-2018, mentre il governo Marsilio viaggia in disavanzo senza dare sufficienti strumenti di programmazione alle Asl, visto che non ha approvato il piano 2019/2021 e in assenza del piano nessuno nel triennio 2019-2021 ha potuto conoscere quali fossero gli obiettivi anno per anno. Senza obiettivi e piano si naviga a vista, con la presunzione che qualsiasi cosa si faccia non debba essere soggetta a controllo. Spieghi lei perché accade, visto che questo in passato non è mai avvenuto.
Poi, per utilizzare i fondi dello Stato è stata necessaria una modifica normativa, arrivata a luglio e invocata dal presidente Marsilio, se non ci fossero state quelle poste, la Regione non avrebbe potuto utilizzarle per coprire i disavanzi: tant’è vero che per chiudere il tavolo si è atteso proprio questo passaggio normativo evidentemente straordinario. Per altro, agire così ha significato precarizzare la sanità, anziché usare le risorse per rendere più stabile il personale e potenziare servizi e qualità, com’era inizialmente previsto, la Regione ci ha tappato le falle derivanti dalla mancata programmazione.
Infine, dal tenore della replica si riscontra l’assenza sempre più evidente di una rotta. E questo è un costo sociale gravissimo, perché è tutto a carico dei cittadini che il centrosinistra aveva fatto uscire dal commissariamento della sanità regionale, in cui l’Abruzzo sta rischiando di ripiombare”.