“I tagli riportati nel programma operativo 2025/27 della Regione affosseranno definitivamente la sanità territoriale che perderà la cifra di ben 8 milioni di euro, a causa del deficit sulla Sanità prodotto da Marsilio e compagni. Tutto scritto nero su bianco nella sezione dedicata all’assistenza primaria e alla continuità assistenziale, dove parlando dell’Accordo integrativo regionale della medicina generale e pediatria di libera scelta, si annunciano azioni di contenimento della spesa per un totale di 8 milioni. Una vera e propria debacle della sanità territoriale, che renderà gli ospedali di comunità strutture vuote, se la Regione riuscirà a scampare ai ritardi accumulati sul cronoprogramma PNRR. La medicina generale è al collasso e con ulteriori tagli salta l’intera sanità territoriale a cui mancano già oltre 100 medici di base, numero in grado di coprire la cifra dei 60.000 cittadini rimasti senza; a cui mancano i pediatri e sarà un ulteriore colpo per le aree interne e le periferie del sistema sanitario regionale; a cui si tagliano gli stipendi di medici e infermieri e bisogna stare zitti e fermi perché non può essere altrimenti. Altro che gioire, è necessaria una mobilitazione senza precedenti anche interna alla sanità. Ed è inevitabile perché il disagio si basa sulla realtà e non sugli artifici contabili, come documentano le prese di posizione della categoria dei medici e dei sindacati”, così il capogruppo PD in Consiglio regionale Silvio Paolucci.
“I numeri parlano da soli: gli 8 milioni di tagli previsti sul Programma Operativo si sommano ai tagli già effettutati in questi anni di Governo Marsilio. Ma non si doveva sostenere la sanità territoriale? – incalza Paolucci – Come ci ha spiegato la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale qualche settimana fa, per mettere davvero a terra l’Accordo Collettivo Nazionale, sostenere gli operatori e garantire servizi continui anche nei territori più fragili occorreva una riqualificazione del Sistema Sanitario Regionale ed investire risorse sul territorio. Invece che si fa? Con la giunta di destra si boicotta la sanità territoriale, si taglia ulteriormene, sapendo che anche solo poche risorse in più sarebbero sufficienti per evitare l’abbandono delle aree interne. Peraltro ad oggi scontiamo altre mancanze: il 47% dei medici non è inserito in gruppi o reti assistenziali; il 64,5% non riceve l’indennità per il personale di studio, che dovrebbe essere garantita per rendere possibile una medicina di prossimità organizzata, capillare ed efficiente. Un dato critico riguarda anche la componente femminile, oggi sempre più prevalente nella professione: molte mediche di famiglia non trovano neanche sostituti per la maternità, a causa della rigidità del sistema e dell’assenza di strumenti di supporto. È l’inerzia su questi fattori che produce un abbandono crescente della professione, aggravando la carenza strutturale di medici e lo svuotamento dei servizi, non la carenza di professionisti come dicono Regione e Asl. Poi, con ulteriori tagli si trasformerà in strutture vuote gli ospedali di comunità, che saranno nuovi, ma chiusi e si renderanno endemiche criticità come l’aumento delle liste di attesa, mobilità passiva e impossibilità di garantire cure a domicilio o nei piccoli centri. Questa è la sanità di Marsilio, quella che prima produce il debito e poi fa piangere utenti e operatori perché chiede altri tagli che mettono a rischio la salute e la prevenzione di migliaia di cittadini abruzzesi: per questo c’è da auspicare una mobilitazione durissima contro una Giunta che sta affossando il Sistema Sanitario Regionale”.
Comunicato stampa