“Dal Tavolo di monitoraggio ministeriale del luglio scorso arriva un giudizio netto e preoccupante sull’Abruzzo: la nostra sanità è fuori equilibrio economico e amministrativo e la Regione a guida Marsilio è l’unica in Piano di Rientro a registrare una inversione di tendenza in senso peggiorativo con compromissione degli obiettivi, segno di un governo regionale che non ha saputo gestire la spesa né programmare in modo responsabile il futuro del nostro sistema sanitario”, dichiara Silvio Paolucci, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale.
“Non va meglio sui criteri di riparto del fondo sanitario. Marsilio ottiene zero euro sul 2025 dopo che aveva raccontato per un anno che avrebbe portato a casa una diversa ripartizione: la propaganda ultima racconta di un laconico risultato nell’aver insediato una commissione che si confronterà sul punto – sottolinea Paolucci – . Ovvero zero risorse. Così com’è miseramente fallito il piano del taglio lineare del 2% nelle Asl nonostante i gravi disagi che stanno vivendo pazienti, cittadini e operatori, segno di un completo fallimento programmatorio e gestionale. Il Conto consuntivo 2024 evidenzia un disavanzo di 103,7 milioni di euro, coperto solo grazie a manovre fiscali straordinarie: ora la Regione dovrà destinare la stessa cifra a copertura del servizio sanitario regionale per il deficit 2025, per il 2026 e 2027 tagliando pesantemente tutti i settori oltre alla Sanità. È la conferma di uno squilibrio strutturale che mette a rischio la tenuta complessiva del sistema e che denuncia il fallimento della giunta Marsilio nel garantire i livelli minimi di efficienza. Le proiezioni per il 2025 stimano un nuovo disavanzo tra 99, dichiarati dalla Giunta e 126 milioni di euro dichiarati dall’advisor ministeriale. I Tavoli ministeriali certificano inoltre che la Regione non ha adempiuto agli obblighi del D.L. 35/2013, non trasferendo entro il 31 marzo la quota del 2% dovuta al SSR, mentre peggiorano i tempi di pagamento ai fornitori, con un indice di tempestività passato da -15 a +8 giorni. Un dato che racconta una macchina amministrativa in affanno. Grave anche la fotografia sulla qualità dell’assistenza, come già sottolineato in precedenza: l’Abruzzo non risulta adempiente nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), in particolare nelle aree della Prevenzione e dei servizi distrettuali, conferma il Ministero che attende ancora di poter valutare il Programma Operativo 2025-2027 e le modifiche alla rete ospedaliera previste dal D.M. 70/2015. In pratica la Regione è ferma e la paralisi programmatoria colpisce direttamente i cittadini, che vedono peggiorare tempi, servizi e qualità delle cure come confermano liste d’attesa, ricorso al privato e rinuncia alle cure.
Critica la situazione dei punti nascita sub-standard: nel 2022 e nel 2023 – aggiunge Paolucci – restano attivi due punti nascita con meno di 500 parti (Sulmona e Lanciano per il quale si chiede di valutare la chiusura), senza alcuna richiesta di deroga da anni, in altre parole la Giunta Marsilio non se n’è neanche occupata, totalmente indifferente. È inaccettabile che la Regione, nonostante le sollecitazioni ministeriali, non abbia ancora assunto iniziative, lasciando intere aree in bilico. Il quadro complessivo, riportato nei verbali ministeriali, è impietoso: la Regione non rispetta gli accordi del Piano di Rientro, non aggiorna i programmi operativi, non presenta un cronoprogramma per gli standard del D.M. 77/2022 per la sanità territoriale, e mostra ritardi anche sugli obiettivi del PNRR, producendo un Programma Operativo 2025/2027 fatto solo di manovre di contenimento, ovvero tagli, per 157 milioni sul triennio non ancora valutato per i ritardi della Regione. Dopo sette anni di governo della destra l’Abruzzo si ritrova ancora con i conti fuori controllo, ospedali in affanno, personale demotivato e cittadini sempre più soli. Questa è la realtà, al di là delle narrazioni trionfalistiche. Non solo non è stata migliorata la sanità, ma sono stati messi a rischio i servizi essenziali, dalla rete di emergenza-urgenza alla sanità del territorio. La Giunta Marsilio deve assumersi le proprie responsabilità. Non servono più annunci ma azioni strutturali, trasparenza e un piano vero per la sanità abruzzese. In gioco non c’è un bilancio, ma il diritto alla cura e alla dignità delle persone. Senza cambiamenti il Piano di Rientro sarà definitivamente compromesso e la Regione pagherà un prezzo altissimo in termini di servizi, fiducia e coesione sociale”.
Comunicato stampa




