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Parco Maiella: primo sentiero ‘parlante’ dell’Orso

Realizzato insieme a Wwf Italia grazie a progetto 'Life Arcprom'

E’ lungo circa 4 Km con percorso ‘ad anello’, si sviluppa tra i 1.000 e i 1.200 metri di quota, in gran parte su strada campestre in ambiente aperto, nel bosco si snoda su una mulattiera a fondo terroso.

E’ il “Sentiero dell’Orso” realizzato dal Parco Nazionale della Maiella con il Wwf Italia grazie al progetto Life Arcprom, finalizzato al miglioramento del rapporto uomo-orso, e inaugurato ieri a Campo di Giove (L’Aquila).

Attraversando gli ambienti che fanno parte dell’habitat dell’orso bruno marsicano si incontrano 6 soste ‘parlanti’, con totem a tre facce che forniscono informazioni sull’orso, le sue abitudini alimentari, la sua esistenza scandita dal susseguirsi delle stagioni e le regole per una buona coesistenza.

“Quella tra uomini e orsi è una convivenza bella e possibile, ma è importante conoscere questo meraviglioso grande mammifero che vive nell’Appennino e seguire alcune regole di comportamento – spiega il direttore del Parco Luciano Di Martino – Il sentiero è stato realizzato grazie al progetto europeo Life Arcprom, il Parco ha poi deciso di investire anche fondi propri per installazioni interattive con elementi di focus verso i più giovani. E’ un sentiero escursionistico, per tutti, dedicato all’orso bruno marsicano in modo che, chi è interessato, possa migliorare le proprie conoscenze anche divertendosi”.

“La presenza costante dell’orso sulla Maiella è un dato acclarato – aggiunge il vicepresidente del Wwf Italia Luciano Di Tizio – che aumenta le speranze di sopravvivenza del plantigrado cui soltanto un ampliamento dell’areale potrà garantire un futuro meno problematico. Wwf e Parco Maiella lavorano insieme per favorire una tranquilla coesistenza tra attività umane e una specie di fondamentale importanza per la biodiversità”.

Il Parco della Maiella è una delle più importanti aree di espansione dell’orso bruno marsicano la cui popolazione è in pericolo critico di estinzione: circa 60 gli individui nel 2014.

Il ruolo del Parco è favorirne l’arrivo dall’areale storico, che coincide con il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, e di mettere in atto tutte le misure di conservazione per favorire sopravvivenza e riproduzione.

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