Sono 11,5 milioni di italiani che hanno scelto di mettersi in viaggio per una vacanza approfittando delle festività di Pasqua ma anche del vicino ponte del 25 aprile.
E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixè che evidenzia una ripresa del turismo pasquale dopo due anni di limitazioni e lockdown a causa della pandemia.
Considerate le tensioni internazionali legate alla guerra in Ucraina, la meta preferita resta il Belpaese, scelto dal 95% degli italiani, con quasi uno su tre (29%) che resterà all’interno della propria regione di residenza, con una vacanza quasi a km 0; solo una minoranza farà un viaggio in Europa, mentre in pochissimi si spingeranno oltre, tra America, Asia e Oceania. E segnali di ripresa arrivano anche dal turismo straniero, un comparto strategico per il settore, che i due anni di pandemia hanno gravemente penalizzato. Sul podio delle destinazioni più gettonate – precisa la Coldiretti – salgono a pari merito il mare e le città, con il 32% delle preferenze, seguiti da montagna (20%) e campagna (17%). Con la crisi che pesa sulle tasche dei cittadini, gli alloggi più gettonati diventano però le case di parenti e amici, indicate dal 32% degli italiani, che superano gli alberghi, scelti dal 26% dei vacanzieri, mentre al terzo posto si piazzano gli agriturismi, spinti dalla voglia di stare all’aria aperta ma anche della riscoperta del buon cibo. L’82% degli italiani a Pasqua cerca, infatti, la tradizione a tavola e proprio l’agriturismo – sottolinea Coldiretti – abbina all’ospitalità la possibilità di mangiare i piatti della cultura popolare locale.
Le festività di Pasqua sono l’occasione per una prova d’estate con oltre il 50% degli stabilimenti balneari aperti. “L’attenuazione delle norme anti-Covid e le minori precauzioni per i viaggi dall’estero, unita alla voglia di uscire all’aria aperta e tornare alla normalità, fa sì che ci aspettiamo tanti italiani e stranieri in spiaggia per la Pasqua 2022”, spiega Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe Confcommercio. “Come è facile prevedere in alcune località mancheranno i turisti russi e quelli ucraini, un danno non solo dal punto di vista dei numeri, ma, soprattutto, per la propensione alla spesa, sempre superiore alla media”, aggiunge. “Ovunque le prospettive sono positive – dice ancora Capacchione – siamo pronti a ripartire e ad offrire quei servizi che, da sempre, rappresentano il fiore all’occhiello del nostro turismo, unici al mondo e caratteristica del made in Italy. Anche se oggi il Covid fa meno paura, in spiaggia molti stabilimenti manterranno le distanze già adottate tra gli ombrelloni, (questo per garantire qualità e comfort) e con offerte aggiuntive come la possibilità di ordinare e consumare il pasto dal lettino. Nonostante i gravi e colpevoli ritardi del governo nel mettere in sicurezza amministrativa questo settore, ci siamo impegnati, come sempre, a fornire quei servizi che il mondo ci invidia”. “In tutta Italia abbiamo aperto le porte degli stabilimenti a chi fugge dalla guerra – continua il presidente del Sib -: non solo ospitalità, ma anche occupazione per le varie figure di lavoratori stagionali che, negli ultimi tempi, fatichiamo a trovare”. “Sulle problematiche inerenti 30.000 imprese balneari italiane, però – conclude – è urgente un intervento legislativo nazionale che, da una parte elimini gli effetti devastanti della sentenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato, dall’altra dia certezza agli operatori e, soprattutto, incentivi gli investimenti nel settore”.