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Paterno, “Pillola amara su Don Patrizio, accettiamo l’invito del Vescovo”

La lettera dei 40enni di Paterno, dopo il nostro articolo con la posizione del Vescovo Massaro e della Diocesi su Don Patrizio. "La nostra comunità è sorda. Probabilmente l'aver cambiato in dieci anni 6 sacerdoti senza che nessuno battesse ciglio ci ha reso facile bersaglio di una decisione improvvisa".

I 40enni di Paterno scrivono una lettera corale, di gruppo, cercando di non urtare le sensibilità, ma di avere un confronto giusto e diretto con la Diocesi e il nuovo Vescovo. Soprattutto di capire di più e di approfondire la questione.

“Accogliamo l’invito rivolto dal Vescovo ad incontrare una delegazione di parrocchiani (nella quale ci auguriamo ci sarà anche una nostra rappresentanza) ma non senza una nota di amarezza e scetticismo. Siamo il gruppo dei 40enni di Paterno, lo specifichiamo per non mancare di rispetto ai compaesani che eventualmente dissentissero dal nostro pensiero. Siamo quasi tutti genitori di bambini che hanno potuto riprendere a frequentare la Chiesa da poco meno di un anno, alcuni genitori dei comunicandi e cresimandi, altri semplicemente fedeli che hanno trovato in Don Patrizio un sacerdote capace di riportare un tangibile entusiasmo sia nei bambini che hanno creato con lui un legame significativo, sia in noi genitori e ragazzi tanto da far si che molti di noi tornassero in pianta stabile negli ambienti parrocchiali”.

Così si legge in una lunga lettera arrivata alla nostra Redazione e scritta come risposta all’articolo apparso ieri sulla nostra Testata, su quello che oramai sembra quasi diventato un ‘caso’, con tutto ovviamente il rispetto per il parroco in questione, Don Patrizio, che semplicemente amministra le anime e guida le coscienze con amore, come ha sempre indubbiamente fatto in questi anni.

Il Vescovo, tramite le pagine della nostra Testata, si è detto favorevole e disponibile ad avere un incontro chiarificatore con i fedeli proprio nella giornata di ieri.

“Riteniamo – dicono i 40enni di Paterno – che dalle parole pubblicate trapeli un tentativo di far passare una comunità per sorda e poco attenta quando in realtà siamo stati più lungimiranti di quanto ci si aspettasse. Lo specificare che Don Patrizio “rimarrà il sacerdote di Paterno divenendo il pastore di Pescasseroli” è un modo gentile di indorare una pillola amara da mandar giù ma che nella sostanza si tradurrà nell’affidare definitivamente la Parrocchia di Paterno al vice sacerdote. Sorge infatti spontaneo domandarsi come possa un sacerdote gestire due parrocchie così distanti tra loro, come possa conciliare messe e celebrazioni. Chi sarà all’atto pratico il punto di riferimento giornaliero della nostra parrocchia, la nostra guida? Siamo aperti a tutte le risposte ci vogliano essere fornite ma non a tentativi di normalizzare l’ennesima discriminazione della nostra piccola comunità”, avverte il gruppo di fedeli di Paterno nella lettera.

Probabilmente l’aver cambiato in dieci anni 6 sacerdoti senza che nessuno battesse ciglio ci ha reso anche questa volta facile bersaglio di una decisione improvvisa e discutibile che ci si aspettava potesse essere passivamente subita senza troppo clamore come accaduto in precedenza. Riteniamo di poter far presente come la Diocesi dei Marsi annoveri al suo interno numerose parrocchie che vantano stabilità e continuità sacerdotale da anni, se non decenni in alcuni casi, che pertanto hanno raggiunto un livello di coesione e maturità tali da poter subire il colpo di un cambio di gestione. Certamente non è il caso della nostra parrocchia in cui la discontinuità ha favorito un progressivo allontanamento dei fedeli. In questo Don Patrizio malgrado l’essersi insediato nel 2020 con il dramma del Covid è riuscito a ricostituire una comunità parrocchiale, a riportare i giovani in Chiesa, un’impresa che sulla carta sembrava se non impossibile comunque di difficile realizzazione. Ci chiediamo se si sia tenuto in considerazione l’effetto destabilizzante che questa decisione potrà avere in primis sui ragazzi. La nostra presa di posizione piuttosto netta nasce anche dal rivedere in Don Patrizio un legame con il nostro passato, siamo quarantenni perlopiù cresciuti sotto l’algida guida di quello che noi chiamavamo “Don”: il nostro Don Antonio Salone che si insediò a Paterno oltre 20 anni fa rivoluzionando i costumi e gli usi di una parrocchia desueta per quei tempi e portando decine di ragazzi a vivere la Chiesa e la parrocchia costantemente. Beh noi rivediamo per i nostri figli questa figura in Don Patrizio e data la realtà che viviamo pervasa dai social, dal bullismo e dalla violenza minorile l’idea che i nostri figli vivano con entusiasmo la parrocchia perché rapiti dalla disponibilità e gentilezza del loro parroco è un tesoro a cui non vogliamo rinunciare. Pertanto nell’apprezzare la mano tesa al dialogo del Vescovo ci aspettiamo una valutazione delle nostre ragioni e della possibilità di individuare una figura alternativa a Don Patrizio per non far cadere nel vuoto gli sforzi da lui compiuti per ricostituire una comunità parrocchiale. Per le ragioni sin qui esposte, rivolgiamo a Sua Eccellenza Vescovo Massaro un accorato appello a riconsiderare la decisione presa. Nel contempo ci mettiamo a totale disposizione della Curia diocesana dei Marsi per un’occasione di confronto sulla questione“.

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