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Pd: “Nella Marsica una sanità indegna di un paese civile”

Fina e Piacente intervengono sul caso sanità marsicana: "Gestione insufficiente della crisi pandemica"

È durissimo il commento con il Partito Democratico ha definito la situazione sanitaria nella Marsica. I vertici locali e regionali dei dem hanno parlato di “una sanità indegna di un paese civile” su tutto il territorio, facendo riferimento alle carenze riscontrate nell’Ospedale di Avezzano e nei presidi di Tagliacozzo e Pescina. “Siamo di fronte ad una gestione completamente insufficiente della crisi pandemica, una situazione che preoccupa molto i cittadini e sta generando continue proteste. Sin dall’inizio dell’emergenza abbiamo scontato, sull’intera regione, un’assenza di governance che ha prodotto gravi rischi per gli operatori sanitari, anzitutto a causa della carenza di dispositivi di protezione, con ben 10 ospedali contagiati in avvio dell’emergenza: una situazione unica nel panorama nazionale. Negli ultimi giorni in Marsica si sono fatte vibranti le proteste dei cittadini, degli operatori sanitari e dei sindaci: proteste che noi raccogliamo e rilanciamo con forza anche in risposta alle dichiarazioni sconcertanti di qualche esponente regionale del territorio”. Hanno scritto in una nota il Segretario Regionale del Pd, Michele Finale, e il Segretario Provinciale, Francesco Piacente.

“Un territorio – continuano – che mostra di non avere rappresentanti sufficientemente autonomi in Regione, anche per oggettivi limiti legati alle regole del “subentro”. Come si possono definire “politicanti” e “propagandisti di quartiere” i sindaci marsicani giustamente preoccupati della situazione attuale? Pretendiamo rispetto per il territorio e un confronto istituzionale all’altezza della sfida che abbiamo di fronte. Diciamo con chiarezza che non sono più rinviabili decisioni attese da anni per gli ospedali di Avezzano, Pescina e Tagliacozzo nonché per la definizione di una rete territoriale di emergenza e prevenzione che l’attuale crisi ha rese ancor più urgenti e necessarie. La condizione del pronto soccorso del capoluogo marsicano è preoccupante: organico insufficiente, dirigenza vacante e strutture inadeguate. Tutto è lasciato all’encomiabile impegno di medici e operatori, alcuni dei quali, come riportano le cronache degli ultimi giorni, hanno avanzato, per mezzo dei propri legali, contestazioni alla direzione generale. Un conflitto grave che contribuisce ad alimentare confusione e smarrimento nei cittadini/utenti. Tutto questo nel mentre nulla viene annunciato dalla Regione in merito al Programma operativo per la gestione dell’emergenza, per il quale sono già stanziati 31 milioni di euro, tema già sollevato dal nostro gruppo in Consiglio regionale con una specifica interrogazione. Nessuno sa se e quando questo piano operativo vedrà la luce né i suoi contenuti di merito, anche al fine di una complessiva riorganizzazione sanitaria regionale. Se infatti a Pescara sarà realizzato il centro COVID, che oggi scopriamo al centro di una vicenda dai potenziali risvolti legali per le procedure di appalto, è legittima la pretesa degli altri territori regionali, tra cui la Marsica, di vedere un piano generale di riorganizzazione efficace. I presidi ospedalieri di Pescina e Tagliacozzo restano in balia di decisioni che tardano ad arrivare, nel mentre Giunta regionale e direzioni ASL stabiliscono non meglio precisati accordi con le strutture private, anch’esse importanti per la gestione emergenziale, ma totalmente decontestualizzate da una pianificazione generale. Per non parlare poi dei roboanti annunci del Presidente Marsilio sulla struttura provvisoria che sarebbe dovuta sorgere presso l’interporto di Avezzano: una proposta avanzata da più parti e sostenuta da diversi professionisti marsicani caduta nel dimenticatoio di un Presidente concentrato più a fare politica che a governare l’Abruzzo. Dopo aver assistito, dunque, ad una fase uno costellata di errori e carenze gestionali, si approssima una fase due non molto diversa e persino più preoccupante per un territorio come quello della Marsica. Denunciamo con forza lo stato di abbandono che avvertono medici, operatori e cittadini in questa difficile situazione e pretendiamo che nella pianificazione della fase che sta per aprirsi venga colta l’occasione per mettere mano a tutte le criticità irrisolte e che attendono da tempo una soluzione. Siano subito ripristinate le figure dirigenziali vacanti del vertice ASL, a partire dalla Direzione amministrativa, e nominati i primari dei reparti in cui le posizioni sono vacanti da tempo a partire da chirurgia vascolare, cardiologia, ortopedia, endoscopia e pronto soccorso. Sia subito accelerato il procedimento per la realizzazione del nuovo ospedale, garantendo sicurezza e adeguatezza sismica in un territorio a rischio, per il quale sono state da tempo ottenute le risorse economiche necessarie, individuate le aree e avviate le procedure per la progettazione. La destra al governo dopo avere per anni riempito le cronache di annunci, promesse e demagogia, alla prova del Governo sta miseramente fallendo. La Marsica con i suoi 130.00 abitanti merita una sanità degna di un paese civile”.

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