“Depositerò una formale interrogazione in Consiglio comunale rivolta al sindaco Pierluigi Biondi alla luce della gravissima decisione assunta dalla Regione Abruzzo che ha, di fatto, tagliato il fondo unico regionale per la cultura nel 2020″.
“La decisione prevede che alle istituzioni culturali abruzzesi destinatarie dei finanziamenti, la maggior parte delle quali ha sede all’Aquila, sia corrisposto un contributo economico pari al 35% rispetto a quello erogato nel 2019. Nonostante la particolare situazione del 2020 legata all’emergenza sanitaria, le associazioni ed istituzioni culturali abruzzesi hanno comunque organizzato eventi e spettacoli, soprattutto in estate, e hanno dovuto sostenere spese ordinarie e straordinarie”, spiega.
“I toni trionfalistici dell’assessore al ramo Daniele D’Amario sembrano poi celare una confusione forse voluta quando definisce questi fondi come “ristori”, un termine che rimanda alle misure straordinarie dell’emergenza sanitaria, mentre il furc è semplicemente una misura ordinaria, che hanno ridotto del 65% – aggiunge – Affermando di essere ‘vicino al mondo della cultura’, l’assessore preannuncia la pubblicazione di un bando (del quale ancora non si vede traccia dopo quasi due mesi) ai sensi della DGR 882/2020 per destinare alle stesse associazioni una parte dei fondi del Cura Abruzzo (questi sì ristori) pari al 25%: nella migliore delle ipotesi, dunque, un’associazione potrebbe beneficiare del 55% dei finanziamenti rispetto allo scorso anno, cioè poco più della metà delle risorse rispetto a quelle ottenute in un anno di attività ordinaria”.
“Questa decisione rappresenta non soltanto un miope attacco all’intero settore culturale della regione, ma in particolare l’ennesima dura penalizzazione della nostra città. Sebbene infatti L’Aquila sia un centro medio di circa 70 mila abitanti, abbiamo nella nostra città un’attrezzatura culturale di livello metropolitano, sedi culturali di pregio e abbiamo un numero molto elevato di istituzioni e associazioni culturali, fra cui la gran parte di quelle beneficiarie del Furc e del Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo) pertanto sostenute dal MIBACT; un habitat quindi con un enorme potenziale per fare della cultura un motore dell’economia locale e generare posti di lavoro”.
“Cosa deciderà in proposito di fare il Sindaco? Preferirà difendere gli interessi della città scagliandosi contro una scelta regionale che danneggia un asse strategico per L’Aquila, oppure vestirà per l’ennesima volta i panni di leader abruzzese di Fratelli D’Italia assecondando passivamente Marsilio e D’Amario?
Che idea ha dunque l’amministrazione comunale sul ruolo che la cultura deve giocare nella città che rinasce? E che ruolo giocherà L’Aquila nel panorama nazionale come città di cultura?”, chiede ancora Albano.
“Non basta candidare L’Aquila a Capitale Europea della Cultura per dirsi sensibili al tema, occorrono progetti e strategie concrete, decisioni ed atti – conclude – Su questo verterà l’interrogazione che intendo depositare nei prossimi giorni, così da aiutare lo sviluppo di un’ampia discussione sul tema. Noi non abbiamo dubbi: su questo daremo battaglia in tutte le sedi opportune”.