Erano finiti sotto processo, a vario titolo, con l’accusa di peculato e corruzione .
Ma il collegio giudicante del Tribunale di Sulmona, presieduto dal giudice, Pierfilippo Mazzagreco, ha assolto questa mattina l’ex sindaco di Rivisondoli, Roberto Ciampaglia, un ex assessore comunale, due figure tecniche che avevano istruito il procedimento oggetto d’indagine e il rappresentante di una società.
La vicenda giudiziaria risale al 2019 quando la Giunta Comunale, il responsabile dell’area finanziaria e amministrativa si sarebbero appropriati di 3 mila euro attraverso l’adozione di una delibera con la quale disponevano una variazione di bilancio e l’assegnazione di tale importo alla figlia della vigilessa del Comune per meriti sportivi. Circostanza che, secondo la Procura, ha configurato l’ipotesi di reato di peculato. Il Pm Edoardo Mariotti ha chiesto per l’ex assessore e i funzionari la pena di 4 anni di reclusione mentre per Ciampaglia la richiesta è arrivata a 5 anni poiché la Procura gli ha contestato anche un altro episodio di peculato.
Nello specifico, nell’estate del 2020 e 2021, al fine di rispettare la normativa restrittiva anti Covid, l’accesso all’area dove si svolgevano gli spettacoli era stata disciplinata con la fornitura di pass il cui ricavato di natura privata, che aveva la finalità di coprire le spese, era stato temporaneamente consegnato nelle mani dell’ex sindaco. Ma l’impianto probatorio non ha retto durante il processo tant’è che i giudici hanno pronunciato la sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste. Assoluzione che lo stesso Mariotti aveva chiesto per la sola ipotesi di reato di corruzione a carico di Ciampaglia perché, sempre secondo l’accusa, avrebbe affidato ad un’impresa di Guardiagrele, il cui legale rappresentante è finito alla sbarra, la cura del verde del comune di Rivisondoli ricevendo in cambio la fornitura di una pianta ornamentale per un immobile appartenente ad una società della quale Ciampaglia secondo l’accusa era amministratore e socio occulto. Nulla di tutto questo poiché lo stesso collegio aveva già accertato la totale assenza di rapporti, anche occulti, tra l’ex sindaco e la stessa società.