«Niente caccia in Regione Abruzzo per quasi tutto il mese di settembre. Il Tribunale amministrativo regionale ha sospeso il calendario venatorio bocciando, nei fatti, la politica venatoria dell’assessore Emanuele Imprudente», così l’ex assessore regionale e oggi capogruppo del PD in Consiglio regionale Dino Pepe.
Pepe allora chiama in causa direttamente Imprudente e la Giunta della quale fa parte: «Il Tar con il decreto cautelare emesso oggi, che ha accolto il ricorso delle associazioni ambientaliste, ha sospeso l’efficacia degli atti adottati dalla Giunta Marsilio riguardo l’attività venatoria della Regione Abruzzo fino al 25 settembre, data nella quale la camera collegiale sarà chiamata ad esaminare l’istanza cautelare. L’assessore Imprudente non solo ha approvato con netto ritardo il calendario venatorio per la stagione 2019/2020 dimostrando una scarsa attenzione e sensibilità, ma, cosa ancor più grave, non ha tenuto in minima considerazione gli aspetti basilari che regolano il settore come, ad esempio, la pre-apertura della caccia già dal primo settembre alla tortora (una pura promessa demagogica), che risulta una specie gravemente minacciata o l’anticipo e l’estensione del periodo di caccia a quasi tutte le specie oltre che la scarsa incidenza nelle misure per la conservazione dell’orso bruno marsicano».
Per l’ex assessore regionale della Giunta D’Alfonso quindi «dopo tante promesse, tante parole, tanta demagogia, alla prima prova dei fatti, l’amministrazione regionale ha ricevuto una sonora bocciatura in un settore tanto delicato quanto emblematico come la caccia. A farne le spese, questa volta, i tanti cacciatori abruzzesi che hanno già provveduto al pagamento delle tasse per iniziare la stagione il primo settembre. Siamo purtroppo di fronte ad un fallimento annunciato dato dalla totale assenza di una seria programmazione politica amministrativa».