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Perdonanza 2020, il 16 agosto partirà il Fuoco del Morrone

Tutto pronto per la 726esima edizione. Arrivo all’Aquila il 23 per la cerimonia di apertura dell’evento celestiniano. Nel tratto finale, la fiaccola sarà scortata dagli uomini che si sono trovati in prima fila per contenere gli incendi dell'Aquilano.

Sarà scortato da un Vigile del Fuoco, un Alpino e un membro della Protezione civile il Fuoco del Morrone con cui il 23 agosto sarà acceso il tripode nel piazzale della Basilica di Collemaggio.

È questo l’omaggio che la città dell’Aquila rende alle donne e agli uomini che dal 30 luglio stanno combattendo con gli incendi che hanno interessato la frazione di Arischia e i quartieri di Pettino-Cansatessa.

È uno degli elementi caratterizzanti della marcia della fiaccola che partirà domenica 16 agosto dall’Eremo di Sant’Onofrio (Sulmona) e sarà consegnata nelle mani del sindaco Pierluigi Biondi e con la quale quest’ultimo accenderà il tripode della pace, dando il via alle celebrazioni della 726esima Perdonanza celestiniana.

Il tragitto del Fuoco del Morrone ripercorre l’itinerario che l’eremita Pietro Angelerio affrontò dalla badia morronese, alla fine di agosto del 1294, per arrivare all’Aquila e vestire le insegne da Papa (con il nome di Celestino V), dopo la proclamazione avvenuta nel conclave di Perugia del 5 luglio. Intorno alle 19 la fiaccola toccherà i luoghi di predicazione di quello che diventò il Papa Santo Celestino V, l’eremo di Sant’Onofrio e la Badia di Santo Spirito. In serata, la sosta a Bagnaturo. Il giorno successivo, 17 agosto, il Fuoco raggiungerà Sulmona e in serata Pratola Peligna. Il 18 agosto sarà la volta di Raiano, Goriano Sicoli, Castel di Ieri e Castelvecchio Subequo. Il 19 agosto il Fuoco del Morrone raggiungerà Molina Aterno, Acciano, Roccapreturo, Beffi, Succiano, Tione degli Abruzzi e Fontecchio, da dove ripartirà il 20 agosto in direzione di Ripa di Fagnano, Caporciano, Prata d’Ansidonia, Tussio, San Pio delle Camere e Navelli. Il 21 agosto sarà in mattinata a Villa Sant’Angelo e a San Demetrio ne’ Vestini e il pomeriggio a Sant’Eusanio e Fossa. In serata la fiaccola entrerà nel territorio comunale dell’Aquila e si fermerà a Onna, da dove riprenderà il cammino il 22 agosto verso la Chiesetta dedicata a S. Pietro Celestino a Paganica e successivamente alla Villa Comunale. Il 23, come detto, dopo aver attraversato Bazzano, Monticchio, Bagno, Civita di Bagno e Pianola, giungerà a piazzale di Collemaggio dell’Aquila.

L’organizzazione del Fuoco, come sempre, è stata curata dal Movimento Celestiniano, che ha redatto il programma tenendo conto delle prescrizioni delle normative in materia di contenimento dell’epidemia conoravirus.

Non è stato facile – ha spiegato il responsabile del Movimento Celestiniano, Floro Panti – ma non potevano certo non programmare questa straordinaria settimana, tenendo conto che l’allestiamo da più di 40 anni. Certo, non sarà come nelle edizioni trascorse e l’emergenza covid-19 ci ha costretto a modificare le cerimonie ormai consolidate nel tempo. Non ci saranno cortei, la Fiaccola sarà accompagnata al massimo da 5 persone con dispositivi di protezione e distanziamento di sicurezza e alcune iniziative saranno necessariamente accorpate. Ad esempio, il 20 agosto, pur toccando i centri previsti per quel giorno, la celebrazione sarà unica per le autorità civili e religiose e per le popolazioni interessate e si terrà alla chiesa di Santa Maria di Centurelli, in omaggio al riconoscimento del patrimonio immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco sia della Perdonanza che dalla Transumanza, visto che Santa Maria di Centurelli era un punto di riferimento assoluto per chi percorreva il tratturo”.

“Nell’ultimo tratto sul piazzale di Collemaggio – ha specificato Panti -saranno tre le persone che porteranno la Fiaccola dall’inizio del prato della Basilica fin sul palco per la consegna al sindaco Biondi. Si tratterà di un vigile del Fuoco, di un Alpino del Nono reggimento e di un rappresentante della Protezione civile. Certo, l’emergenza covid-19 ci ha costretto a delle inevitabili rinunce, ma non per questo il Fuoco del Morrone, che si ripete da prima che venisse istituzionalizzata la Perdonanza dell’epoca moderna, sarà meno solenne e meno suggestivo”.

È uno dei momenti cardini della Perdonanza – ha commentato il vice sindaco Raffaele Daniele che è anche coordinatore del Comitato Perdonanza – e per questo siamo ben lieti che il Movimento Celestiniano sia riuscito a predisporre l’evento senza scalfirne il valore e il pieno significato. Elementi che sono stati fondamentali per il riconoscimento della nostra Perdonanza come patrimonio immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco”.

Quest’ultimo aspetto è stato precisato dal referente della Comunità per il percorso Unesco, Massimo Alesii. “Tra i tanti elementi di spessore che hanno colpito l’Unesco e che hanno portato la Perdonanza a essere insignita del prestigioso riconoscimento – ha spiegato Alesii – c’è proprio il Fuoco del Morrone. L’Unesco infatti ha descritto in modo certosino, nella motivazione del riconoscimento come patrimonio immateriale dell’umanità dell’evento celestiniano, ‘il cammino del Perdono’ (così è definito il Fuoco del Morrone nella motivazione stessa), la presenza e il significato delle fiaccole, la partecipazione delle comunità dei centri attraversati dal Fuoco, la solennità complessiva di una celebrazione che si conclude con l’accensione del tripode della Pace. Dei punti chiave fondamentali che il Movimento Celestiniano ha avuto il pregio di cristallizzare anche quest’anno, nonostante gli accadimenti in corso”.

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