L’arcivescovo dell’Aquila, Antonio D’Angelo, e il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, hanno chiuso, alle 19.33, la Porta Santa, ultimo atto dell’indulgenza plenaria voluta dal Papa Santo Celestino V con la Bolla del 29 settembre 1294, con cui istituì il primo Giubileo della storia.
Il rito ha visto anche lo spegnimento, da parte del primo cittadino, del braciere della Pace sulla torre di Collemaggio, dove ardeva il Fuoco del Morrone dal 23 agosto.
E’ partito così il corteo di rientro.
La chiusura è avvenuta dopo la messa stazionale, celebrata da monsignor D’Angelo che, commentando l’episodio evangelico relativo al sacrificio di San Giovanni Battista, ha espresso l’auspicio che “la celebrazione della Perdonanza” ci aiuti a “vincere la nostra ambiguità, rafforzare le scelte e i valori che portiamo dentro.
L’incontro con la misericordia – ha aggiunto – rigenera e genera la coscienza di ogni persona, accogliendo l’invito di San Paolo ai Corinzi: ‘lasciatevi riconciliare con Dio'”.
Prima della fine della celebrazione liturgia, Biondi ha citato Ignazio Silone nell’invettiva che l’autore fa pronunciare a Celestino non più papa, rivolta a Bonifacio VIII nel palazzo di Anagni: “Dio ha creato le anime, non le istituzioni. Le anime sono immortali, non le istituzioni, non i regni, non gli eserciti, non le chiese, non le nazioni”.