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Pescara, Camera Commercio trasloca: “Colpo di grazia”

Blasioli: "Siamo fermamente contrari alla dismissione dei due immobili e al conseguente trasferimento degli uffici dell’ente a Chieti"

“Con la determina dello scorso 21 aprile, pubblicata sull’albo pretorio della Camera di Commercio Chieti – Pescara, è stata ufficialmente avviata la procedura di locazione/alienazione di parte del patrimonio immobiliare dell’ente, secondo il piano di razionalizzazione approvato in precedenza dalla Giunta camerale”.

È quanto dichiara, attraverso una nota, il consigliere regionale Antonio Blasioli.

“Il testo della determina – prosegue – è chiaro: a seguito della demolizione e della ricostruzione della palazzina uffici del complesso ‘Foro Boario’ di Chieti Scalo, e degli interventi di adeguamento statico e miglioramento sismico dei padiglioni ‘B’ e ‘C’ presenti nello stesso complesso, sarà effettuata la messa a reddito o alienazione dei restanti immobili, non più utilizzati dall’ente camerale”.

“In sostanza, ad essere dismessi saranno proprio gli immobili ubicati a Pescara, ovvero la sede storica all’angolo tra Viale Marconi e Via Conte di Ruvo e il Pala Becci, il padiglione del porto turistico che costituisce tra l’altro l’unica struttura pubblica in grado di ospitare fiere. Un risvolto che non può non destare preoccupazione, in quanto trattasi di edifici molto appetibili. Occorre tuttavia specificare che la strada intrapresa dalla Camera di Commercio rappresenta soltanto una delle tre ipotesi prospettate per la razionalizzazione del patrimonio immobiliare, operazione resasi necessaria a seguito della fusione”.

“Esiste infatti un’altra soluzione, che ci auguriamo possa essere riesaminata e infine adottata, che contempla il mantenimento sia della sede storica di Pescara che del Pala Becci. Se da un lato, infatti, la legge che ha disposto le fusioni camerali prevede che siano individuate una sede principale e una sede secondaria, dall’altro non prescrive che la cosiddetta sede secondaria (quale è, appunto, quella di Pescara) debba essere caratterizzata solo dalla presenza di sportelli, e non anche da uffici, competenze e servizi”.

“Il Sindaco Masci è a conoscenza della vicenda? Sa che con il ricavato della vendita dei due immobili verrà demolita e ricostruita la sede del Foro Boario a Chieti Scalo? Mentre progetta colate di cemento sull’Area di Risulta per costruire la svettante sede unica della Regione Abruzzo, sa che Pescara rischia di perdere un importante soggetto istituzionale oltre che un punto di riferimento per tutte le attività camerali, fatto salvo per un semplice sportello? Senza contare che l’immobile in questione rappresenta il principale palazzo istituzionale di viale Marconi, arteria già martoriata dalla Giunta Comunale, come hanno avuto modo di appurare cittadini ed esercenti”.

La chiusura della sede della Camera di Commercio rischia così di infliggere il colpo di grazia al mondo imprenditoriale, amplificando il processo di desertificazione commerciale in atto sul viale, senza tra l’altro che nessuno in Comune, tra sindaco e assessori, si interroghi sul perché e sulle responsabilità. Come intende muoversi dunque la Giunta? Comunicherà alla città la prossima dismissione? Interloquirà con la Camera di Commercio nel tentativo di indurla a riconsiderare la decisione e a optare per l’ipotesi alternativa? Si prodigherà per tutelare gli interessi di Pescara al fine di garantire quantomeno un futuro adeguato ad un palazzo storico come quello di viale Marconi e fare in modo che il Pala Becci possa continuare a fungere da luogo pubblico per manifestazioni e piccole fiere?”.

“Dal canto nostro, siamo fermamente contrari alla dismissione dei due immobili e al conseguente trasferimento degli uffici dell’ente a Chieti, ritenendola in contrasto con obiettivi strategici e pianificazione generale, specie nell’ottica della Nuova Pescara. La Camera di Commercio non costituisce un corpo estraneo alla vita economica, civile e sociale della città, e il Comune ha il dovere di pretendere quanto prima un confronto con l’ente al fine di trovare una sintesi che possa contemperare gli interessi di tutte le parti in causa”, conclude.

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