“Detenuto libero”: è il libro del pescarese Antonio Giammarino, fotografo professionista, storico e uno dei più grandi collezionisti di macchine fotografiche d’epoca, che sarà presentato nei prossimi giorni. Nel volume, edito da Edizioni Tracce, Giammarino, da anni impegnato in molteplici attività culturali, didattiche e sociali nelle scuole e nelle carceri, racconta la propria esperienza di insegnante di fotografia nei penitenziari abruzzesi.
L’autore fa rivivere le giornate dei detenuti e la loro “voglia di mondo” che si concretizza nelle più svariate maniere: “c’era chi voleva un interlocutore con il quale creare un dialogo di scambio e arricchimento reciproco, altri invece volevano semplicemente un amico la cui visita avrebbe in qualche modo alleggerito per quei pochi attimi la monotonia della reclusione; altri ancora, forse, speravano di ingannare la realtà fingendo di vivere una vita normale, in cui si ricevono visite di amici e si svolgono attività di svago come poteva essere, in quel contesto, il corso di fotografia”.
“Colpisce la sensibilità dell’autore – si legge nella prefazione di Maria Rosaria Parruti e Francesca Del Villano Aceto, magistrati di sorveglianza – nel cogliere l’importanza dell’interscambio tra il mondo del carcere e la società civile ai fini della riabilitazione e del reinserimento sociale dei detenuti”. Giammarino non solo mette a nudo ansie, sofferenze, sogni di libertà dei detenuti, ma racconta anche l’esperienza “da detenuto, libero e contemporaneamente recluso”. Il libro è arricchito anche dagli interventi di Giuseppina Ruggero, direttrice del carcere di Chieti, e Franco Pettinelli, direttore della Casa circondariale di Pescara.
Fonte: AGI
Foto di:Sentenze Cassazione