«Un’iniziativa nobile. Un gesto che dovrebbe essere preso come riferimento da tutte le amministrazioni comunali d’Italia. Intitolare un parco pubblico a un servitore dello Stato che ha pagato con la vita la propria onestà e rettitudine significa onorarne la memoria e l’operato. Un operato contrassegnato da trasparenza, amore autentico per la cosa pubblica e no categorico al malaffare. Perché senza memoria non c’è futuro». È questo il commento che il Consigliere regionale Leandro Bracco ha diramato riguardo quanto accaduto lunedì scorso a Pescara, quando nella zona di Porta Nuova è stato inaugurato un parco intitolato ad Angelo Vassallo, il ‘sindaco-pescatore’ barbaramente ucciso il 5 settembre 2010 a Pollica, nel Salernitano.
«Pur essendo trascorsi sette anni da quella maledetta sera di fine estate – evidenzia l’esponente di Sinistra Italiana – la figura di Angelo Vassallo continua a veicolare concetti cardine per coloro i quali intendono l’impegno pubblico come una sorta di missione. Concetti quali dedizione, amore viscerale per la propria terra e guerra dichiarata a tutte quelle realtà che speculano sul pubblico al fine di ricavarne benefici privati». «Il sindaco-pescatore – sottolinea Bracco – era un uomo eccezionale e la stima e l’apprezzamento che i suoi concittadini provavano verso di lui erano sconfinati. Pollica, il suo Comune, è una perla del Cilento il cui territorio, compreso nell’omonimo Parco nazionale, da sempre attira gli appetiti della criminalità».
«Ambientalista convinto, Angelo Vassallo – ricorda Bracco – è stato primo cittadino di Pollica sin dal ‘95 e nel ‘99, 2005 e 2010 fu sempre rieletto a furor di popolo. Alla sua intraprendenza si deve un importantissimo riconoscimento che l’Italia ha ottenuto ossia l’inclusione della dieta mediterranea fra i patrimoni orali e immateriali dell’umanità. Dopo un tortuoso negoziato durato tre anni e cento giorni dopo il suo assassinio, il 16 novembre 2010 l’Unesco (l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’educazione, la scienza e la cultura) disse finalmente sì alla candidatura italiana».
«Ammazzato presumibilmente in quanto la sua figura era un ostacolo insormontabile al controllo del porto locale da parte della camorra – rimarca il Consigliere regionale – Vassallo venne spietatamente ucciso mentre la sera del 5 settembre 2010 rincasava. I killer affiancarono la sua auto e la crivellarono di colpi di pistola. Il 57enne sindaco venne colpito ben sette volte». «Lo spessore etico e politico che contraddistingueva la sua persona ha fatto però sì che il suo sacrificio non cadesse nell’oblio bensì fosse al contempo serbatoio di speranza e testimonianza di buona politica per le nuove generazioni, studenti in primis. Mi preme sottolineare infatti – rileva Bracco – lo straordinario ed encomiabile impegno che da sette anni a questa parte portano avanti Dario e Massimo Vassallo, fratelli del sindaco-pescatore, che girano l’Italia in lungo e in largo per portare testimonianza, soprattutto nelle scuole, degli atteggiamenti e insegnamenti di cui Angelo è stato protagonista. Perché le armi migliori per sfidare e combattere l’illegalità – conclude Leandro Bracco – sono la cultura, dare l’esempio tramite il proprio agire e il sentirsi parte attiva della cittadinanza. Esattamente come fece Angelo Vassallo».
Fonte: Portavoce Leandro Bracco
Foto di: abruzzo24ore.tv