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Pescara: Presutti (PD) sulla Convenzione “L’Abruzzo in Europa”

"Invece di fornire chiarimenti esaustivi, l’Amministrazione si trincera dietro un elenco di attività"

Presutti (PD): La risposta del Sindaco all’interrogazione sulla Convenzione “L’Abruzzo in Europa” elude i nodi e non chiarisce. Opacità su costi, consulenze e risultati. Si conferma istanza di accesso agli atti per la spesa a carico dell’Ente.

La risposta scritta (prot. N. 0076856/2025 del 16/04/2025) del Sindaco Masci alla mia interrogazione sulla convenzione diretta tra il Comune di Pescara e l’associazione “L’Abruzzo in Europa” non solo conferma, ma amplifica, le più serie preoccupazioni sulla gestione della cosa pubblica. Invece di fornire chiarimenti esaustivi, l’Amministrazione si trincera dietro un elenco di attività, eludendo le questioni cruciali di trasparenza, legittimità procedurale, efficacia della spesa e potenziali conflitti.

1. Risultati concreti ancora sconosciuti: €53.920 per quali reali benefici?

Reitero la mia più profonda insoddisfazione: a fronte di una spesa di €53.920 a carico dei cittadini pescaresi, il Sindaco non è stato in grado di fornire alcuna evidenza misurabile dei risultati concreti ottenuti. Si parla di incontri e iniziative, ma si tace sull’impatto effettivo, sul valore aggiunto per il nostro territorio. Quali progetti europei sono stati effettivamente finanziati grazie a questa specifica consulenza? Quanti cittadini e imprese hanno realmente beneficiato di un supporto qualificato e tracciabile? Il silenzio su questi punti è assordante e inaccettabile. Come sottolineato anche da fonti qualificate che hanno avuto modo di osservare dinamiche simili in passato, spesso a fronte di curriculum iniziali di tutto rispetto, le collaborazioni si diradano o perdono di incisività. È questo il caso? Permangono forti dubbi sulla reale tracciabilità dei costi e sulla capacità di collegare in modo trasparente i fondi erogati a specifici e misurabili risultati.

2. Legittimità della procedura di affidamento diretto: forzatura o semplice aggiramento delle regole?

L’Amministrazione persiste nel giustificare l’affidamento diretto della convenzione invocando l’Art. 7 comma 4 del Nuovo Codice dei Contratti (D.Lgs. 36/2023), norma sulla cooperazione tra Pubbliche Amministrazioni. Ribadisco: applicare tale articolo a una convenzione con un’associazione, per quanto riconosciuta e con soci pubblici, appare una forzatura se non vengono dimostrate in modo inequivocabile le stringenti condizioni richieste, cosa che il Sindaco omette di fare. Il riferimento all’associazione come “operatore economico” (Art. 1 co. 1 lett. q) non fa che aumentare la confusione: se è un operatore economico, perché non una gara? Se è cooperazione pubblica, dov’è la rigorosa dimostrazione dei presupposti?

Inoltre, la mia domanda diretta – se fossero state “valutate altre opzioni o svolte procedure comparative” – è stata completamente ignorata. Un silenzio che pesa sulla trasparenza delle scelte amministrative.

3. Consulenze specialistiche: da chi e per chi? E con quali competenze certificate?

La risposta del Sindaco accenna alla necessità di “competenze molto specifiche” e “professionalità di supporto” per giustificare l’incarico. Chiediamo allora con forza:

a) Quali sono esattamente gli associati all’UEAM (Ufficio Europa Area Metropolitana) che hanno richiesto e beneficiato di queste “consulenze specialistiche” tramite la convenzione con “L’Abruzzo in Europa”?

b) Quali sono i curriculum e le comprovate specializzazioni dei consulenti che, in nome di questa convenzione e dell’associazione, hanno effettuato tale “consulenza specialistica” per l’ufficio? I cittadini hanno il diritto di sapere se i loro soldi finanziano professionalità di indiscusso e documentato valore.

Sorge inoltre il gravissimo interrogativo se l’Associazione “L’Abruzzo in Europa” disponga effettivamente di un proprio organico di consulenti specializzati per le complesse materie della progettazione europea, o se invece i fondi comunali servano a finanziare ulteriori consulenze esterne, selezionate con criteri non noti e senza alcuna evidenza pubblica.

Si configura così il sospetto che con questi €53.000 si sia voluto tentare di riproporre una sorta di “Europe Direct” locale, ma stavolta senza i fondi della Commissione Europea e interamente a carico dei contribuenti pescaresi, per servizi la cui natura, i cui effettivi erogatori e i cui reali beneficiari restano avvolti nel mistero.

4. Trasparenza e conflitti d’interesse: questioni ignorate.

Persiste la totale mancanza di riscontro sulla necessità di valutare la potenziale area di conflitto d’interesse derivante dalla presidenza dell’associazione “L’Abruzzo in Europa” ricoperta, o precedentemente ricoperta, da una figura politica di vertice della Regione Abruzzo. Un silenzio incomprensibile e contrario ai principi di imparzialità e trasparenza che dovrebbero guidare ogni azione amministrativa. È noto, inoltre, che l’associazione beneficia anche di significativi finanziamenti regionali: ciò solleva ulteriori interrogativi sulla congruità e sulla specificità dell’impegno finanziario richiesto al Comune di Pescara, senza una chiara distinzione dei servizi e dei risultati attribuibili ai fondi comunali.

5. Accesso agli atti per disvelare la verità:

Di fronte a questo quadro desolante, confermo che oggi stesso presenterò formale richiesta di accesso a tutti gli atti relativi alla convenzione con “L’Abruzzo in Europa” (Det. Gen. N. 1971/2024, schema di convenzione, curricula dei consulenti impiegati, elenco dettagliato delle consulenze fornite e dei beneficiari, nonché le citate comunicazioni dei comuni partner). È un dovere fare piena luce su come vengono spesi i soldi dei pescaresi.

L’Amministrazione Masci ha il dovere di rispondere con chiarezza e documenti alla mano, non con affermazioni generiche. La città merita trasparenza, non opacità; gestione rigorosa, non affidamenti diretti dai contorni indefiniti. Continueremo a vigilare.

Comunicato stampa

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