Le indagini sono partite col decesso della sua convivente, anche questa romena di 53 anni, avvenuto il 30 maggio scorso. Erano le 18.30 circa quando l’uomo ha contattato il 112 riferendo confusamente della morte della sua compagna. All’arrivo dei militari la donna era riversa supina, priva di vita, di fronte al portone di casa: già da un primo esame presentava vistose ecchimosi su diverse parti del corpo.
L’uomo si presentava confuso e sotto effetto di alcool, molto contradditorio nel raccontare la versione dei fatti. Dalle dichiarazioni di alcuni familiari della donna è emerso il comportamento violento dell’uomo che era solito maltrattare la sua convivente, non solo infliggendole punizioni corporali, ma anche umiliazioni verbali. I familiari, in particolare, hanno riferito di aver visto in più circostanze la donna con evidenti lividi ed ecchimosi su diverse parti del corpo e, solo dopo pressanti richieste di spiegazioni, la vittima avrebbe confessato, a mezza bocca, di essere stata picchiata dal convivente.
A corroborare l’intero quadro investigativo è stata utile anche l’intercettazione telefonica dell’utenza in uso all’indagato. Una telefonata in particolare ha destato l’attenzione dei militari: l’uomo, uscendo dalla caserma dopo la notifica di un atto, ha chiamato un suo amico e, usando un tono beffardo e sprezzante, dopo avergli raccontato dell’incontro avuto con i Carabinieri, ha proferito la frase “Non mi hanno chiuso, stupidi del cavolo!”, riferendosi evidentemente al fatto che non era stato tratto in arresto perché’ non erano riusciti a smascherarlo.
La conferma della tesi investigativa è avvenuta a seguito dell’autopsia: morte causata da “un’insufficienza cardio-respiratoria” dovuta dal perforamento del polmone sinistro a causa di un trauma. L’esame delle ecchimosi ha poi portato a rilevare che prima della morte era stata picchiata violentemente. Al termine delle formalità è stato associato al carcere di Pescara.
Fonte: ASIpress
Foto di: CoratoViva