“Ha resistito finché ha potuto, senza mai perdere equilibrio, sempre consapevole del compito difficilissimo a cui stava assolvendo. La mia prima impressione non era stata buona, quando all’inizio si era presentato a Palazzo Chigi, stretto tra due figure e due partiti troppo ingombranti. Ma poi pian piano ha lasciato spazio via via alla sua vera personalità e si è ritrovato durante la crisi del Papeete a dover scegliere. Era il 20 agosto del 2019, il giorno in cui, in Senato, ha umiliato Salvini, ed ha aperto la strada a un nuovo governo”. Così sui social la deputata abruzzese Stefania Pezzopane, alla luce delle ultime vicissitudini che hanno riguardato il Governo nazionale, col presidente del Consiglio incaricato da Mattarella, Draghi.
“Ma subito dopo si è ritrovato a dover gestire la pandemia, portando a casa vittorie epocali (come i 209 miliardi del Recovery Fund che fanno gola a troppi) e naturalmente anche insuccessi. Pur nella estrema difficoltà ha costruito un rapporto con gli italiani che ha resistito nonostante i ritardi, errori, sottovalutazioni. Nella giornata di ieri si è consumato l’atto finale di un accoltellamento, un tradimento preparato ad arte. Ma io non dimentico due cose: 1)paradossalmente proprio con Conte le forze democratiche progressiste e di sinistra sono tornate a lavorare insieme dopo le rotture e le scissioni del passato ed è iniziata una collaborazione con un partito-movimento con cui sembrava impossibile dialogare ed invece è stato possibile lavorarci e fare cose utili 2) la sua assoluta normalità, la sensazione che dava di essere fuori dalle trame di palazzo, talmente fuori da venirne espulso”, questa la conclusione.
“Chapeau, Presidente. E grazie”.