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Pietrucci (PD): ricorso al Tar su Gasdotto Snam

A seguire pubblichiamo la versione integrale della lettera che il consigliere regionale Pd, Pierpaolo Pietrucci, ha inviato al presidente Marsilio per il ricorso al TAR sul Gasdotto "Rete Adriatica"

A seguire pubblichiamo la versione integrale della lettera che il consigliere regionale Pd, Pierpaolo Pietrucci, ha inviato al presidente Marsilio per il ricorso al TAR sul Gasdotto “Rete Adriatica”.

“Signor Presidente, il 3 dicembre scorso si è svolta, in modalità telematica, la Conferenza dei Servizi finalizzata al rilascio del parere AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per l’esercizio della centrale di compressione SNAM di Sulmona a servizio del metanodotto Rete Adriatica che, da Brindisi a Minerbio, attraverserà l’Italia interessando aree di straordinario pregio naturalistico e a forte rischio sismico. Nonostante la richiesta di rinvio avanzata dal Comune di Sulmona, la seduta si è tenuta ugualmente giungendo all’approvazione del provvedimento. Un’approvazione che contrasta con le posizioni da sempre sostenute dalla Regione Abruzzo e tradottesi – nel corso di 13 anni di confronto politico, tecnico, istituzionale e giuridico con i Governi nazionali – in una lunga serie di delibere, leggi, ricorsi e provvedimenti tutti approvati all’unanimità e tesi a motivare i rischi dell’opera, le pesanti e negative ricadute sul territorio, le ipotesi di tracciato alternative, l’esigenza di tutelare le popolazioni dalla realizzazione di una infrastruttura che attraversa la zona sismica più pericolosa dell’Appennino. Nella Conferenza del 3 dicembre c’erano tutte le ragioni storiche per confermare la posizione critica della Regione e anche nuovi elementi per motivarne il diniego:

la Regione sapeva che la ASL1, organo tecnico a supporto di Comuni e Regione, non aveva potuto rilasciare nei tempi previsti i pareri relativi all’autorizzazione AIA essendo impegnata nell’emergenza Covid, come risulta dalla lettera inviata dalla ASL1 il 5 novembre 2020 a tutti i Comuni ricadenti nell’ambito della stessa Azienda e anche alla Regione Abruzzo;
la Regione sapeva e sa che il monitoraggio della qualità dell’aria, avviato dalla Snam la scorsa estate, deve durare almeno un anno e quindi terminerà ad estate inoltrata. Pertanto era ed è totalmente illogico sostenere la richiesta della Snam del rilascio preventivo dell’autorizzazione quando ancora non si conoscono gli esiti del monitoraggio;
nel procedimento AIA manca completamente ogni valutazione sugli effetti negativi che l’attività della centrale (possibile inquinamento di aria, suolo, acqua, rumore, luminosità, ecc.) potrebbe avere sulla fauna protetta e, in particolare, sull’Orso bruno marsicano, la cui frequentazione del sito interessato è documentata scientificamente dal PATOM, dal Parco nazionale della Maiella, dal Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e dalla Riserva regionale Monte Genzana-Alto Gizio;
nell’ambito del procedimento AIA non è stato possibile prendere in considerazione lo studio INGV sulla sismicità dell’area della centrale in quanto inviato dal MISE dopo la Conferenza dei Servizi.
A questo punto l’unico modo per resistere consiste nell’avanzare ricorso al TAR entro il 7 giugno contro la concessione dell’AIA decisa nella Conferenza dei Servizi del 3 dicembre. La Regione avrebbe pienamente titolo ad esercitare questo diritto, nonostante il parere espresso in quella sede dal rappresentante regionale. In quella sede, infatti, il dott. Salvatore Corroppolo, dirigente del Servizio Politica Energetica e Risorse del Territorio, che era stato delegato a partecipare, pur intervenendo favorevolmente, in realtà si è pronunciato su una questione non pertinente all’oggetto del procedimento. Infatti la problematica urbanistica, su cui il dirigente regionale si è espresso, riguarda soltanto l’autorizzazione a costruire (data dal Governo Gentiloni il 6 marzo 2018), mentre invece il rilascio dell’AIA è un procedimento del tutto autonomo – e successivo all’autorizzazione a costruire – che riguarda la gestione dell’impianto e che regola la materia degli effetti inquinanti (aria, suolo, acqua, rumore, luminosità) che possono derivare dalla gestione. Dunque un ricorso della Regione non contrasterebbe con la posizione “tecnica” espressa in Conferenza dei Servizi, che si rivela impropria e incoerente con la procedura in discussione. Le chiedo perciò di incaricare immediatamente l’Avvocatura regionale per inoltrare ricorso al TAR. Questa scelta – qualunque ne sia l’esito – sarebbe la giusta e coerente conseguenza dell’orientamento che la Regione ha sempre sostenuto, battendosi con i Comuni, le Associazioni e i cittadini abruzzesi. La ringrazio dell’attenzione e confido nel suo impegno per l’Abruzzo”.

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