La Pilkington ha introdotto l’obbligo di Green Pass per accedere alle mense aziendali per i lavoratori di Primo e Bravo di San Salvo (Chieti) “mentre lascia l’opzione del cestino ai turnisti o a chi dimentica il certificato verde. Come Cobas lo riteniamo un atteggiamento unilaterale e senza confronto con Rsu aziendali. Fatto alquanto insolito, poiché in momenti particolari l’azienda ha sempre chiesto il coinvolgimento di tutti gli attori”.
È quanto si legge in una nota del coordinamento Cobas del Lavoro Privato Chieti-Pescara, che chiede all’azienda di “mantenere attivi i protocolli e le linee guida anti Covid già in essere” e annunciando che, “contrariamente, avvieremo una serie di iniziative nel rispetto di tutte le condizioni di vita aziendali”.
Il Cobas ricorda di aver siglato, il 28 aprile 2020, insieme agli altri sindacati, “il verbale di accordo per la ripresa in sicurezza delle attività produttive di Pilkington, Bravo e Primo, come poi le linee guida mensa del 5 giugno 2020. In piena pandemia tali linee guida hanno funzionato perfettamente, con rispetto fasce orarie, entrate e uscite separate, posate, bicchieri, bottiglie e perfino olio, sale monouso, ventilazione continua, tavoli singoli rettangolari di 2 metri max 2 persone”.
“Mentre l’azienda si mette al riparo, applicando le norme dell’amico Draghi – prosegue la nota – la domanda spontanea è: dove dovrebbero andare a mangiare il sacchetto i lavoratori turnisti e quelli sprovvisti di green pass? Negli uffici? Nei gabbiotti mensa di reparto, locali piccoli che possono contenere al massimo 3 lavoratori, e considerato i tempi di pausa ridotti di solo 15 minuti? Ci sono reparti con impianti dove le norme di contenimento Covid sono pari a zero, si lavora a stretto contatto e non si sono verificati fenomeni di contagio di massa. Mentre si pretende a gran voce il green pass, assistiamo in azienda a un palese allentamento di norme anticontagio. Pertanto, come Cobas riteniamo che venga avviato con immediatezza un confronto urgente con le Rsu di stabilimento, la mensa è un bene primario e nessuno deve esserne privato. Chiediamo di mantenere attivi i protocolli e le linee guida anti Covid-19 già in essere”.