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Polizia Locale a Palazzo Torlonia, dopo il silenzio parla la Pro Loco: «Scandalizzati»

 

Con il susseguirsi di commenti e considerazioni in merito al trasferimento deciso dalla Amministrazione Comunale, di destinare il Palazzo Torlonia a sede del Comando della Polizia Locale, è sembrato opportuno motivare il silenzio ad oggi. La  posizione in merito è stata presa già nel 2015, appena creata la Pro Loco, allor quando l’Amministrazione le diede l’incarico di tracciare delle linee guida che riguardavano il complesso del Palazzo del Principe Torlonia, con annesso il vecchio commissariato. All’epoca fu redatto un documento dove furono messe in evidenza alcune attività, alcune peculiarità e la destinazione d’uso dei locali. Furono promosse diverse iniziative, e mai si poteva  supporre che il palazzo storico  potesse essere adibito a caserma della polizia locale. «Non può essere che un deciso no, a questa scelta – dichiara il Presidente Edoardo Federico Tudico – in modo coerente al nostro operato. Abbiamo proposto le nostre iniziative in funzione di una rivitalizzazione e rivalutazione del Palazzo e del Parco. Tant’è che in seguito il Master Plan ha inglobato i nostri progetti andando anche oltre, come lo straordinario uso dei granai adibiti a  sede di pinacoteca e di attrezzatura per mostre permanenti, delle vere e proprie fornaci di cultura. Entro il 2019 bisognerà spendere il finanziamento di quasi 5 milioni di euro. Il Master Plan prevede delle cose e non è possibile deviare la destinazione d’uso, sono soldi  già stanziati e cantierabili immediatamente. Non è pensabile una qualsiasi convivenza, nella struttura, con la polizia locale».

Tra le idee presentate e realizzate è  il Centro Studi Marsicani, situato in tre stanze, nell’ala ovest. Fu proprio la Pro Loco a fare l’inventariato di tutti i libri, sotto la guida del vice presidente Ilio Leonio,  ideatore del progetto. Si parla di circa 6mila volumi che sono stati dislocati da un luogo completamente fatiscente a Palazzo Torlonia,  oggi potrebbe rischiare di nuovo l’abbandono. Un lavoro di oltre 7 mesi non può essere deprezzato come lo è in questo momento. «Sono scandalizzato – afferma il Presidente Tudico- portare la polizia in quel luogo. Avrei attuato una radicale trasformazione di quell’area, chiudendo  via XXIV Maggio e inglobando in unica struttura piazza Torlonia, il Palazzo e i Giardini. Questo è un progetto ambizioso, così come demolire le mura che recintano Parco Torlonia, inserendo cancellate, per far sì che possa essere visibile e ammirato da tutti».

La Pro Loco è stata la prima a creare una grande manifestazione come la Settimana Marsicana facendo fruire alla città il Parco, e assumendo la responsabilità e l’iniziativa di aggiustare staccionate rotte, pulire i viali  e la fontana al centro dell’aiuola di fronte al palazzo ARSSA. La Settimana Marsicana ha solo valorizzato la zona. Nessun degrado può essere addebitato alla Pro Loco, tutto è stato ripulito  a proprie spese.  A molti che non trovano strano il dislocamento della polizia urbana, visto che le stanze precedentemente sono state sempre occupate da uffici dell’ex ARSSA,  va ricordato che negli anni ‘60 il Castello Orsini era stato adibito a canile. Si vuole forse rimettere in quel luogo i cani?

«Negli anni ’50 il sindaco Iatosti autorizzò famiglie di Rom a risiedere stabilmente ad Avezzano, accogliendole nel Castello Orsini; in seguito l’amministrazione comunale usò l’intero Castello come canile».

Tolti i resti della Chiesa di San Bartolomeo, il Castello Orsini e il Palazzo Torlonia non esistono luoghi storici di Avezzano. Anche il vice presidente Ilio Leonio determina  che il trasferimento è:  «Un no alla cultura, un no all’umanità. Esiste solo un luogo pregiato nella nostra città che ricorda la storia non di Avezzano ma della Marsica, del Fucino; noi siamo l’unico popolo che può dire c’era una volta il lago, poi è venuto Torlonia e poi la terra. Il luogo più significativo di questo percorso è il Palazzo Torlonia e deve avere quella funzione».

La Pro loco nel 2015 ha presentato un’idea progettuale di utilizzazione e di valorizzazione del Palazzo Torlonia con la quale si prevedevano diverse attività, come il polo archivistico e biblioteconomico importante per la città di Avezzano. Intorno a questo polo potrebbero girare diverse iniziative come la storia della città con una biblioteca specializzata, la digitalizzazione della documentazione della storia,  il centro d’informazione e di divulgazione. Il centro di documentazione nel Palazzo Torlonia sarebbe sicuramente il luogo privilegiato di promozione dei prodotti agricoli e industriali del Fucino.  Così come era previsto nel progetto, gli studenti di Avezzano e della Marsica costretti a trattenersi il pomeriggio, invece di bivaccare nei bar, trovano nel  Palazzo Torlonia un luogo d’incontro e anche di svolgimento di attività didattiche aggiuntive. Un luogo anche per progetti speciali per le scuole di Avezzano, mai realizzati per mancanza di spazi per laboratori per l’occupabilità. Il Palazzo sarebbe anche in questo caso un luogo esclusivo.  Palazzo Torlonia è già un centro culturale significativo che bisogna però  valorizzare e non altrimenti. C’è stato un inizio di ottimizzazione che vuol dire si può fare, l’abbandono è responsabilità di chi non fa nulla, non sarà certo attribuibile alla Pro Loco. «È bene ribadire che la polemica sulla targa è una cosa faziosa e indecorosa, -ribadisce il vice presidente Ilio Leonio- perché o si vive fuori dalla città e quindi si è nell’ignoranza,  o si è in mala fede,  propendo per la seconda ipotesi. La targa è strettamente collegata a quella più ambia con la scritta  “Centro Studi Marsicani” realizzato in collaborazione con: il Consiglio Regionale d’Abruzzo che ha acquistato gli arredi e tre computer, il Comune di Avezzano che ha contribuito al trasloco, e la Pro Loco che ha fatto il lavoro di elaborazione  dell’inventario e del trasferito. Quella targa sta a significare che il Centro Studi è una realizzazione di una collaborazione assolutamente significativa ed importante. Si vuole screditare il  tutto per dire poi che ci sono i salvatori della Patria».

Strumenti e arnesi in legno, come le trebbie, andrebbero sistemati così come tutti gli attrezzi agricoli posizionati nel parco, perché unici nel loro genere in quanto utilizzati appena dopo il prosciugamento del lago. Aratri immensi e altre vecchie macchine sono cimeli che andrebbero messi in sicurezza, coperti in plexiglass. Anche per questo la Pro Loco aveva un progetto di arricchimento del patrimonio. Si ritiene che tutte le persone che si occupino minimamente di cultura, e che si occupino minimamente della storia della Città e del territorio, abbiano un’opinione completamente divergente da quella dell’Amministrazione Comunale, pertanto dovrebbe essere ascoltata la voce della cittadinanza.

 

Fonte Pro Loco Avezzano

 

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