A 14 anni dal terremoto dell’Aquila si continua a parlare di ricostruzione. La tragedia ha infatti segnato una linea di demarcazione tra “un prima” e “un dopo”. Un evento, che assieme al sisma del 2016-1017 sull’Appennino centrale, ha acceso di nuovo i riflettori sullo stanziamento dei fondi statali per la riqualificazione delle zone.
Massimiliano Giorgi, sindaco di Montereale e vice-coordinatore dei comuni del cratere sismico ha fatto il punto della situazione, con un particolare sguardo al Pnc, il Piano nazionale di ripresa e resilienza per il rilancio economico delle zone colpite dai sismi del 2009 e del 2016-2017. Sono infatti quasi 2 miliardi gli euro messi a disposizione.
Nel dettaglio – come riporta il nuovo report della fondazione Abruzzo Openpolis – si tratta di 1,78 miliardi di euro ripartiti in due macro categorie. La prima è detta “Città e paesi sicuri, sostenibili e connessi” dedicata agli enti locali e dal valore complessivo di 1,08 miliardi di euro. La seconda, indirizzata alle imprese, è denominata invece “Rilancio economico e sociale” e vale 700 milioni.
A questa ingente somma – si legge ancora nel report – si aggiunge l’ulteriore incremento determinato dal fondo per l’avvio di opere indifferibili, istituito con il Decreto Aiuti del 22 maggio 2022 per far fronte all’aumento dei prezziari relativi all’assegnazione di opere pubbliche finanziate con le risorse Pnrr. In totale dunque, dei 355 progetti del Pnc, 265 sono quelli che beneficeranno dell’incremento.
È l’Aquilano il territorio che riceve la maggior parte delle risorse, pari a circa 262,6 milioni di euro. Seguono poi la provincia di Teramo (63,2 milioni) e quella di Pescara (12,4), mentre Chieti non è interessata dai fondi stanziati per i crateri sismici.
Ci sono tuttavia delle criticità derivanti dal Pnc, messe in luce da Giorgi, proprio riguardo gli interventi di ricostruzione del proprio comune e di quelli del “doppio cratere”, colpiti dal sisma del 2009 e da quello del 2016-2017. I fondi destinati per la riqualificazione dei territori – ha dichiarato il primo cittadino – seguono due procedure diverse, che inevitabilmente hanno portato ad un biennio di fermo.
C’è poi un’altra criticità che il vice-coordinatore ha evidenziato, ossia quella del ripopolamento dei comuni che a seguito dei terremoti si sono svuotati, con un significativo impatto economico. Occorre dunque cercare di ripopolare le zone interessate, altrimenti – secondo Giorgi – il rischio è che gli investimenti del Pnc vadano a riqualificare delle zone deserte, le proverbiali “cattedrali nel deserto”.
LMM