Anche il consigliere provinciale, di Fratelli d’Italia, Gianluca Alfonsi, si esprime sulla questione relativa ad una riapertura considerata a metà, quindi H12, dei due presidi sanitari di primo intervento di Pescina e di Tagliacozzo. Un H12 che ha generato non poche polemiche nella terra Marsicana, tra cariche istituzionali e cittadini. “Vi è necessità immediata – afferma alla nostra Redazione – di riaprire in toto non solo il Ppi di Pescina e Tagliacozzo ma anche i servizi (radiologia, laboratori analisi ecc.) che essi erogano”, avverte il consigliere nativo di Gioia dei Marsi.
“Comprendiamo benissimo – aggiunge – le esigenze di sicurezza connesse all’emergenza Covid ma siamo consapevoli che con un po’ di buona volontà e sensibilità, come quella dimostrata dai cittadini e ciitadine delle aree interne in questo periodo emergenziale, si possa ben far fronte all’assunzione e/o ricollocazione di poche unità sanitarie mancanti. La funzionalità di quei presidi non si tocca; sono necessari per garantire il minimo di assistenza sanitaria agli abitanti delle aree interne che, diversamente, rischiano di vedersi negato finanche il sacrosanto diritto a far salva la vita!“.
Il consigliere, poi, continua: “C’è anche necessità, però, di evitare ogni strumentalizzazioni di sorta ; mettendo da parte ogni campanilismo o interesse partitico, occorre fare, per una volta consci degli errori del passato, fronte comune tra rappresentanti istituzionali e cittadini, sostenendo l’azione dei nostri rappresentanti marsicani in Regione, in primis quella del Presidente della Commissione Sanità Quaglieri tesa a far comprendere al management della Asl 1 la necessità non solo di far riaprire subito ed in toto i presidi di Pescina e Tagliacozzo, ma anche di programmare per essi una adeguata valorizzazione”.
“Se non si fa comprendere a chi gestisce i servizi sanitari, abbandonando una visione ragionieristica, che le spese sulla Sanità non sono un costo ma un investimento e che potenziare la medicina territoriale è l’asset su cui investire maggiormente, – conclude – vuol dire che questa Pandemia non ha insegnato un bel nulla! Gli abitanti delle aree interne non sono figli di un Dio minore e meritano rispetto, d’altronde non si chiede la Luna ma il necessario per continuare a vivere nella nostra terra!”.