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PPI marsicani, Testa: “Tempesta in un bicchier d’acqua”

"Chiedere la riapertura senza sicurezza significa comportarsi in maniera irresponsabile e strumentale"

Asl1, assunzione 60 infermieri a tempo indeterminato

“I Punti di Primo Intervento di Tagliacozzo e Pescina verranno riaperti così come è sempre stato nelle nostre intenzioni. Nei due presidi sanitari i servizi erano stati limitati nel corso dell’emergenza Covid-19 anche per dislocare il personale negli ospedali più esposti, in particolare Avezzano e L’Aquila”. Questa è la posizione ufficiale della ASL Avezzano, Sulmona, L’Aquila espressa direttamente dal Direttore Generale Roberto Testa, che aggiunge “ Il tutto sarà ripristinato con ponderazione e nel minor tempo possibile, nel pieno rispetto dei protocolli legati all’emergenza sanitaria, che ancora persiste e che richiederà uno sforzo enorme da parte del Servizio Sanitario Nazionale anche nei prossimi mesi, ponendo come principio cardine di ogni nostra decisione la sicurezza del personale, dei cittadini e delle intere strutture. Per questi motivi siamo impegnati da giorni nel reclutamento del personale necessario, ossia medici di pronto soccorso (per i quali ci sono da anni enormi difficoltà di reperimento a livello nazionale), infermieri e OSS. Ciò determinerà, quindi, un sostanziale potenziamento e incremento delle aliquote di personale per adibirle principalmente al pre-triage, al 118, ai servizi di “prima linea”.
Mi vedo costretto, mio malgrado, a dover rappresentare quanto segue alla luce degli articoli recentemente apparsi sugli organi di stampa, relativamente a raccolta di firme, disappunto per “riapertura a metà servizio”, “colpi di grazia alla sanità marsicana” e “luci spente per protesta”, richiesta di “Audizione nella Commissione Sanità dei Sindaci”, “aree interne viste come zavorre”: azioni e citazioni, in ordine alla riapertura dei PPI dei Pescina e Tagliacozzo.
Fermo restando il profondo rispetto per ogni forma di iniziativa e di libero pensiero, sono però tenuto ad aggiungere quanto segue.
E’ a tutti noto come la recente pandemia da COVID-19, che non risulta ancora spenta, ha comportato un impegno dell’Azienda che ha dovuto procedere ad un profondo e tempestivo cambiamento dei propri modelli organizzativi che hanno coinvolto le strutture, i percorsi assistenziali e la gestione delle risorse umane, mettendo a dura prova il sistema, “stressandolo”, per rispondere efficacemente a questa guerra.
Sono sotto gli occhi di tutti i risultati che tale immenso lavoro di organizzazione sanitaria – a livello territoriale ed ospedaliero – ha portato per l’Azienda, che l’ha vista tra quelle della Regione Abruzzo come la realtà con i minori indici di prevalenza e di incidenza e con i minori tassi di mortalità: minori casi di contagio e minori decessi.
Tale eccezionale risultato è stato possibile solo grazie ad un sforzo comune di tutte le strutture sanitarie dell’Azienda che hanno contribuito – forse per la prima volta con il superamento di localismi e/o campanilismi – a farsi carico differentemente dei pazienti, alcune “sporcandosi” accogliendo pazienti Covid (Ospedale dell’Aquila), preservando altre strutture – e la popolazione che vi insiste – che sono rimaste “pulite” (Ospedali di Pescina e Tagliacozzo), ma che hanno parimenti contribuito alla battaglia, mettendo a disposizione il loro personale per l’Ospedale di Avezzano.
Si è scelto di operare in sicurezza, garantendo percorsi puliti e tenendo lontano, riuscendoci, il Covid dai piccoli centri come Pescina e Tagliacozzo.
La guerra non è terminata.
Chi ha responsabilità di governo di una Azienda importante come la nostra ASL non deve rincorrere il consenso ad ogni costo e non può farsi influenzare da componenti emotive e da pressioni indebite che hanno il solo obiettivo di creare allarme sociale nell’opinione pubblica, ma ha l’obbligo di porre in essere ogni accortezza e precauzione per evitare errori che sicuramente potrebbero ripercuotersi pesantemente sulla salute dei cittadini, scongiurare il ripetersi di episodi come quello già avvenuto a Pescina che, come tutti sanno, hanno portato alla obbligatoria chiusura.
Occorre, in sintesi, una gestione equilibrata, la stessa che ha consentito, come riportato da una testata giornalistica on-line, di scrivere “……come l’Abruzzo che ha visto qualche focolaio sulla costa mentre, grazie a una gestione amministrativa e sanitaria particolarmente efficace, ha mantenuto l’area dell’Aquila praticamente “covid free”.
Chiedere la riapertura senza sicurezza significa comportarsi in maniera irresponsabile e strumentale. Noi siamo fortemente impegnati a farlo, prestissimo, salvaguardando la salute degli utenti e la funzionalità dei servizi.
Ogni affermazione, al di fuori delle comunicazioni ufficiali aziendali, costituisce una libera lettura e/o interpretazione della gestione di una materia complessa – quale quella sanitaria nelle sue poliedriche dimensioni – che può ingenerare, come occorso, confusione e strumentalizzazione.
Cerchiamo di vedere, almeno in questa fase – che ha visto, sta vedendo e vedrà ancora tutti coinvolti responsabilmente – il bicchiere mezzo pieno.

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