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Precari Asl 1: “Vogliamo certezze”

"La nostra protesta continua. Il sit-in continua. Le nostre richieste restano ferme."

Siamo il gruppo di lavoratori precari di cooperativa sociale in servizio da anni presso la Asl 1 Avezzano–Sulmona–L’Aquila che sta protestando in questi ultimi giorni.

Garantiamo da tempo, con impegno e professionalità, il funzionamento quotidiano delle strutture sanitarie pubbliche della zona. Oggi vogliamo dire chiaramente come stanno le cose.

La recente aggiudicazione del nuovo appalto quadriennale da parte della Asl 1 per i servizi di supporto amministrativo e tecnico ha permesso il nostro immediato rientro al lavoro. Circa 150 operatori, tramite le cooperative Biblos, AZ Solutions e Vigilantes Group, sono tornati in servizio.

Ma non basta.

Se da un lato questo può sembrare un passo nella giusta direzione, dall’altro resta una questione centrale: cosa succederà con la pubblicazione della graduatoria del concorso pubblico per 53 posti da assistente amministrativo?

Perché è chiaro a tutti che, una volta pubblicata la graduatoria, inizieranno i licenziamenti tra chi è rimasto precario. Chi non ha superato la prova scritta, chi non ha potuto partecipare, chi ha ottenuto un punteggio troppo basso… Tutti siamo ancora in bilico.

Il nuovo appalto garantisce la continuità del servizio, ma non garantisce i lavoratori. Rischi, infatti, di essere solo un modo per prendere tempo, non per risolvere i problemi strutturali della precarietà.

La nostra protesta continua. Il sit-in continua. Le nostre richieste restano ferme.

Il centrodestra della Regione Abruzzo ha fatto promesse pubbliche: ha parlato chiaramente di salvaguardare tutti i posti di lavoro, anche quelli dei lavoratori esclusi dal concorso. Queste promesse sono agli atti, sono pubbliche. E noi chiediamo che siano mantenute.

Inoltre, ieri le strutture sanitarie pubbliche sono andate in tilt. Eravamo assenti a causa di ferie forzate. E ciò dimostra una cosa molto semplice: senza di noi, il sistema non regge.

Non vorremmo, allora, che l’intenzione sia quella di farci rientrare al lavoro solo per garantire i servizi essenziali, tappare i buchi e tenere la sedia “calda” ai futuri vincitori del concorso, che ci sostituiranno un pezzo alla volta.

Tra quei vincitori, ovviamente, molti dovranno essere formati da zero.

Ma noi non accetteremo di formarli per poi essere sbattuti fuori, dopo anni di lavoro precario e sacrifici enormi. Non è accettabile. Noi chiediamo certezze, non rinvii. Chiediamo rispetto, non ambiguità.

E non ci fermeremo finché non avremo risposte vere.

Comunicato stampa

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