Un giro del mondo delle anime a tappe cristiane, che lo porterà, il 21 dicembre prossimo, ad essere ricevuto, per la sua Associazione dal nome di ‘Genitori di stelle – figli della speranza’, da Papa Francesco in persona. Non c’è scampo alla fede che bussa, quand’ella si rende così manifesta. Quando appare alla finestra della vita, quando riesce a scacciare via anche le notti più tormentate dai pensieri giornalieri degli uomini. Padre Riziero Cerchi, attuale parroco del Comune abruzzese di Ortucchio, nella Marsica, è stato insignito, sabato scorso, 12 novembre, per la sua ugola d’oro cristiana e canterina, di un premio internazionale intitolato a ‘Padre Pio’. Un modo di approcciarsi, alle gesta da diffondere del Signore, il suo, assolutamente abbeverato di ottimismo, di ristoro e di pura novità. Il suo ultimo disco, infatti, è entrato nel circuito terreno delle colonne sonore della vita cristiana di oggi, un poco intiepidita, in realtà e purtroppo, nel rapporto quotidiano con Dio. «L’atto di ricevere un Premio per la mia musica cristiana, proprio nella terra di Pietralcina, ha significato, per me, innanzitutto, l’aver centrato fortemente l’obiettivo di dare un senso collettivo e altruistico al mio talento», racconta Padre Riziero.
Madrina della kermesse laica e religiosa assieme, è stata Maria Grazia Cucinotta. Il riconoscimento finito nelle mani del prete ortucchiese, si ricollega, in realtà, al numero dei suoi 55 concerti tenuti nel corso dell’anno e avvenuti sotto l’ombra soleggiata del suo disco, che ha risvegliato l’anima assopita di molti giovani appassionati di fede. «Ed è proprio in questa vicinanza tra gioventù, musica e Cristo, che si rintraccia la spiegazione del premio ricevuto», afferma ancora il parroco. «È stata un’emozione inenarrabile, – racconta – un onore luminosissimo di umiltà e di voglia di cambiamento, assaporato sulla stessa terra calpestata, a sua volta, da Padre Pio. Non pensavo che le mie canzoni che parlano, fondamentalmente, del mio territorio e dei giovani figli di esso stesso, potessero giungere sino a Pietralcina, laddove un grande sacerdote, tanto tempo fa, pose a terra la prima pietra di una fede vissuta sulla propria pelle e sulla propria schiena morale, come un peso, però, leggerissimo da indossare».
Il premio internazionale, di fatti, è intitolato all’umilmente noto Santo di Pietrelcina. Ogni anno, esso viene assegnato e consegnato a vari personaggi di statura del mondo della cultura, dello sport, della politica, dello spettacolo, ma anche dell’universo limitrofo religioso, della vita civile e militare, dello spirito imprenditoriale e del volontariato che si sono distinti, nella vita, e che hanno lasciato un’orma luminosa lungo il loro cammino, aiutando gli altri o sé stessi a vincere l’arroganza e a mitigare l’asprezza umana. A Michele Cucuzza, Simona Rolandi e Gabriele Blair è spettato lo scettro della conduzione della serata. Il parroco di Ortucchio ha ricevuto una menzione speciale, quindi, per la lucidità della sua Musica cristiana. «E’ stato premiato – racconta Padre Riziero – chi ha dato un segnale particolare all’umanità a lui contemporanea e chi ha avuto l’onore di cambiare un po’, senza calpestarle, le coscienze. Il mio riconoscimento è stato dovuto ad un riscoperto anno della Misericordia, grazie alla diffusione di un disco musicale rivolto, in primo luogo, ai giovani. Ho raccontato, in quell’occasione, anche la storia di tutti i giovani genitori aiutati dalla mia Associazione, che si occupa, in primis, delle mamme e dei papà che hanno perduto prima del tempo la ragione della loro vita, un figlio sempre benvoluto da Dio». Padre Riziero, cioè, ha provato, tempo fa, a cantare in musica la misericordia del Signore, in tutta la sua bellezza, riuscendo, in questo modo, a predicare in maniera originale l’amore universale. Premiato per il numero di concerti effettuati durante l’anno della Misericordia e per la quantità di giovani che hanno aderito alle sue manifestazioni di grande impatto emotivo e musicale, Padre Riziero Cerchi, in questa impresa memorabile a Pietralcina, è stato accompagnato da un frequentatore assiduo della sua parrocchia, che ha avuto, in quel contesto, il ruolo dell’autista. «La musica è un linguaggio universale. – dice – Durante l’evento, ho avuto il sentore di come, a volte, basti davvero una flebile melodia per far capire alle persone quanto valga lo stare assieme amorevolmente ed il perdonarsi a vicenda, nonostante tutto e nonostante tutti. Atei e cristiani, forse, non saranno accomunati dallo stesso credo, ma tutti, però, hanno accolto il mio disco come un’opportunità vera di riflessione. La mia musica vorrebbe toccare i cuori che oggi sono un poco lontani da Dio. Io auspico sempre – continua il parroco – in un travolgimento di anima, che diventi fede, grazie alle note delle mie canzoni. Il primo brano, intitolato ‘Telefona se vuoi’, infatti, racconta proprio di questo passaggio emotivo ed umano: tutti noi possediamo la capacità innata di porci sull’onda del cuore, riuscendo a ‘telefonare’ a chi, dall’altra parte della cornetta, è vita eterna». Il prossimo disco di Padre Riziero Cerchi uscirà, molto probabilmente, verso la coda del mese di giugno prossimo e si intitolerà, «se Dio vorrà», scherza il parroco, ‘Cuore a cuore’. «Il nuovo disco – conclude – narrerà di quello che significa, innanzitutto, l’amore fraterno fra le persone e di quante sfumature può contenere l’amore coniugale. Forme di affetto, queste, che alludono irrimediabilmente a Dio e che convolano verso Dio. Il disco conterrà 10 brani in totale, ora è in via di perfezionamento».