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Prenotazioni vaccini in aumento, è l’effetto green pass

Figliuolo: "A livello nazionale si è verificato un incremento generalizzato delle prenotazioni di prime dosi tra il 20% e il 40% rispetto alla scorsa settimana"

“A livello nazionale, si è verificato un incremento generalizzato delle prenotazioni di prime dosi tra il 20% e il 40% rispetto alla scorsa settimana. Inoltre, nella giornata odierna si è riscontrato un aumento del 35% di prime dosi rispetto alla stessa ora di sabato scorso. Considerando che la maggior parte dei centri vaccinali sono ad accesso libero, occorre monitorare, nei prossimi giorni, l’andamento delle adesioni per valutare se il trend attuale si consoliderà in maniera strutturale”, spiega una nota del commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Figliuolo.

A oggi 40 milioni 850.892 cittadini hanno completato il ciclo vaccinale, pari al 75,64% della platea di over 12, rende noto, inoltre, la struttura.

Si attendono, intanto, le linee guida del Governo per chiarire alcuni aspetti per l’applicazione delle nuove regole del Green Pass. Ma nel decreto, che riguarda 23 milioni di lavoratori, sono diversi i punti da chiarire: come controllare il certificato digitale e come comportarsi se il dipendente non lo ha, sono i principali nodi su cui, da prospettive diverse, si ragiona nel settore pubblico, nelle piccole e grandi aziende private, nonché nelle famiglie.

Al lavoro il ministero della Salute e Palazzo Chigi, e nel frattempo, studiano i risvolti pratici e legali dirigenti e sindacati. I lavoratori che non si vaccinano devono essere “messi nella condizione di non dover pagare il tampone”, ha ribadito il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, ma la linea dell’esecutivo è diversa. Avrà un costo più basso e forse una validità più lunga ma non sarà gratis o sotto una certa soglia, “altrimenti – ha chiarito il ministro del Lavoro, Andrea Orlando – passerebbe il messaggio politico per cui vaccinarsi o non vaccinarsi sarebbe la stessa cosa”.

Il giuslavorista Pietro Ichino ha dubbi sulla distinzione fra il settore pubblico, dove la sospensione scatta dopo 5 giorni di mancata presentazione del certificato verde, e quello privato dove va eseguita subito: “Non è giustificata e sarà bene che in sede di conversione del decreto venga corretto questo errore”. Più che nelle grandi aziende, pone criticità a quelle con meno di 15 dipendenti e agli autonomi, settori dove Ichino immagina più che altro “controlli a campione”.

Per i lavoratori le sanzioni sono da 600 a 1.500 euro, per i datori da 400 a mille e valgono anche per le famiglie che impiegano domestici no vax.

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Redazione IMN