COMUNICATO STAMPA
“Il Ministero della Salute boccia l’Abruzzo sulle prestazioni sanitarie. Altro che capolavoro, una Caporetto l’ultimo aggiornamento del monitoraggio dei Lea, i Livelli essenziali di assistenza che ci colloca fra le regioni “bocciate” d’Italia e ci dà un sonoro insufficiente. Un fallimento che denunciamo da anni, assistendo al declino della nostra sanità e che viene definito tale non solo dagli organismi regionali stessi, ma anche da quelli tecnici del Governo amico, segno che nascondere la polvere sotto il tappeto come ha fatto Marsilio in questi cinque anni, non paga. Prima o poi il tappeto si scopre”, duro il commento del capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci sulla relazione pubblicata due giorni fa.
“L’analisi ministeriale si riferisce al 2022, la situazione oggi è sicuramente peggiorata – incalza Paolucci – Brutta l’insufficienza dell’Abruzzo per l’area della prevenzione, che presenta preoccupanti scoperture: la sufficienza è 60, ma i punteggi sono pari a 0 degli indicatori (CORE) relativi alla copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per ciclo base e per MPR; 59, si legge nella relazione, per l’indicatore composito sugli stili di vita e 57,2 dell’indicatore sulla proporzione di persone che hanno effettuato test di screening di primo livello, in un programma organizzato per mammella, cervice uterina e colon-retto. Sempre 0 ma nell’area distrettuale, il punteggio dell’indicatore relativo all’intervallo allarme-target dei mezzi di soccorso (24 minuti) questo in una regione che continua a tagliare 118 e postazioni di emergenza! È 35,5 relativo all’indicatore sul consumo di farmaci antibiotici e 48,3 quello sul numero di deceduti per causa di tumore, assistiti dalla Rete di cure palliative, mentre pari a 51,7 l’indicatore sul numero di anziani non autosufficienti in trattamento socio-sanitario residenziale. Male, nell’area ospedaliera, soprattutto i punteggi sull’indicatore relativo alla percentuale di pazienti over 65 con diagnosi di frattura del collo del femore, operati entro 2 giorni in regime ordinario. Una brutta figura nazionale, l’ennesima che la mancanza della governance sanitaria del governo Marsilio fa fare all’Abruzzo, riportandolo, sempre più, verso il commissariamento da cui eravamo usciti nel 2016 e spingendo sempre più abruzzesi a curarsi fuori o, come confermano anche questi dati, a non fare prevenzione, a rinunciare alle cure”.