“Ultimo appello” del mondo vitivinicolo abruzzese alla politica “con la speranza di ricevere finalmente risposte concrete alla gravissima situazione che si è purtroppo determinata a seguito delle abbondantissime precipitazioni che hanno interessato l’intero territorio regionale nei mesi di aprile e maggio”.
A lanciarlo sono i rappresentanti della filiera vitivinicola che oggi si sono riuniti a Pescara e che, nel fare il punto sull’emergenza peronospora, parlano di “un calo medio della produzione di uve di circa il 70%; un dramma – dicono – che interessa in maniera diffusa e più o meno omogenea tutte le aziende vitivinicole delle quattro province”, oltre 15mila per 32.500 ettari vitati.
Assoenologi, Associazione Città del Vino, CIA, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, Consorzio Tutela Vini D’Abruzzo, Copagri, D.A.Q. vino, Legacoop, Liberi Agricoltori e Movimento Turismo del Vino, unitamente, sottolineano che “occorrono a livello nazionale dei provvedimenti impattanti, per la sopravvivenza di migliaia di imprese vitivinicole, che non possono non prevedere necessariamente un congruo indennizzo diretto alle aziende”.
Per la sola regione Abruzzo, c’è una perdita di circa di 2,7 milioni di quintali di uva, pari a circa 2 milioni di ettolitri di vino.
“Una stima prudenziale – si legge – induce a ritenere che la filiera vitivinicola della regione Abruzzo subirà un danno economico non inferiore ai 380 milioni di euro”. In particolare, i rappresentanti della filiera chiedono a Governo e Regione: sospensione pagamento dei mutui e finanziamenti in essere per almeno due anni; sospensione o riduzione dei contributi Inps; azzeramento dei tassi d’interesse per finanziamenti acquisto scorte a reintegro con un’istruttoria semplificata e che non tenga conto dei finanziamenti già in essere.
“Ad oggi – dicono – vi è stata solo l’assegnazione di scarsissime risorse economiche, assolutamente insufficienti per affrontare la difficile situazione del momento”.