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Pronto soccorso Pescara, il PD chiede assunzioni

I due avvertono: “Dopo la chiusura di due giorni, le estenuanti file e i ricoveri in corridoio arriva l’esternalizzazione dei codici bianchi. La Asl tenga fede agli impegni presi in Consiglio comunale e lasci nel pubblico l’emergenza-urgenza”.

Nel Consiglio comunale straordinario dedicato alla situazione del Pronto soccorso di Pescara, come centrosinistra avevamo chiesto interventi e soluzioni votate all’unanimità da tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio, che, con noi chiedevano: una ricognizione del fabbisogno organizzativo del pronto soccorso, il potenziamento dell’Osservazione Breve Intensiva, l’adozione del triage avanzato, la ripianificazione anche logistica delle strutture di emergenza urgenza, il coordinamento con gli altri presidi ospedalieri, il tutto per rafforzare la sanità territoriale ed evitare di chiudere e indirizzare i malati altrove, com’è capitato a Pescara. Invece, non solo la Asl non ha tenuto fede a questi impegni, ma oggi decide di esternalizzare parte delle funzioni del Pronto soccorso di Pescara, aggiungendo ai già ingenti danni all’utenza anche la beffa per medici, operatori sanitari e forze che aspettano di essere assunti per potenziare il reparto. Per queste ragioni facciamo nostra anche la denuncia dei sindacati e chiediamo di tenere la rotta decisa con la massima Assise cittadina e di mantenere nel pubblico i servizi”, così il capogruppo e il consigliere regionale Pd Silvio Paolucci e Antonio Blasioli sulle novità apparse nei giorni scorsi sulla stampa.

Da mesi chiediamo il potenziamento della dotazione organica anche del pronto soccorso, è rimasto inascoltato anche l’appello da noi fatto con una missiva al Comitato ristretto dei sindaci, invocato perché smuovesse la Asl e attuasse il documento votato a Pescara nel Consiglio di febbraio – rimarcano i consiglieri più volte intervenuti sul tema – Ma la Asl non solo resta sorda a questa richiesta, che era une delle tante avanzate in quella seduta per cambiare le sorti dell’emergenza cittadina, ma ora è pronta a spendere maggiori risorse per esternalizzare per soli tre mesi, anziché fare concorsi e dare una possibilità al personale che aspetta da anni di essere integrato o stabilizzato, risolvendo così almeno il problema degli organici sotto dimensionati.

L’ultimo concorso lo bandì Mancini nel 2019 era per 4 posti, ne sono entrati 8 (alcuni già lavoravano a Pescara in PS) ma ne sono rimasti più o meno la metà, per via di concorsi esterni e interni, è dunque necessario farne ancora e prevedere che chi vince debba prestare servizio alcuni anni prima di poter andare via. Ma ad oggi, a parte la proposta letta sulla stampa e le richieste anche delle parti sociali di procedere alle assunzioni dirette, nulla abbiamo visto in questo senso e la toppa dell’esternalizzazione, che di fatto finirebbe col privatizzare parte dei servizi, è peggio del buco, perché non è destinata a risolvere: ad oggi continuano le segnalazioni su disservizi, il sovraffollamento e le lunghe attese, una carenza di personale medico e sanitario tale che ci siamo ritrovati a leggere che gli utenti erano invitati a rivolgersi ad altri ospedali, anzi a “canali alternativi” al pronto soccorso. È il momento di agire, ma oculatamente, perché è in ballo il diritto alla salute di tutti”.

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Redazione IMN