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Provincia: il presidente Caruso a Napoli

Per partecipare ad un importante convegno Quale futuro per le Città Metropolitane e le Province a 10 anni dalla L. 56/2014’. Nel corso dell’evento è emersa la necessità di dare risposte ai tanti interrogativi rimasti irrisolti”

“Le Province italiane devono tornare ad avere un ruolo centrale sui territori, attraverso una ritrovata dignità istituzionale e potendo contare su risorse certe. Se ne è parlato nella prestigiosa sede della Città di Napoli nel corso di un convegno dal titolo ‘Quale futuro per le Città Metropolitane e le Province a 10 anni dalla L. 56/2014’. Nel corso dell’evento è emersa la necessità di dare risposte ai tanti interrogativi rimasti irrisolti”.

Lo ha detto il presidente della Provincia dell’Aquila e vicepresidente nazionale dell’Unione delle Province d’Italia (Upi), Angelo Caruso, a margine del convegno in corso di svolgimento presso la sala del Consiglio Metropolitano di Napoli.

“Come Upi siamo stati presenti in ogni occasione di confronto con i governi che si sono succeduti, ma senz’altro non abbiamo rinunciato mai alla speranza. Speranza che è legata ovviamente a questo momento di riforma che ha avuto un avvio straordinario – ha aggiunto il vicepresidente nazionale Upi – La nostra posizione è stata sempre, all’unisono, quella di sostenere la necessità di un ritorno all’elezione diretta. Questo per ragioni che vengono narrate nella quotidianità: per le difficoltà che ovviamente sono presenti e sono visibili nella tangibilità delle azioni degli amministratori provinciali, ma anche per una riconoscibilità e una maggiore capacità di incidere all’interno del sistema a cui ci rivolgiamo”.

Il presidente Caruso ha poi voluto rappresentare uno spaccato di ciò che ha comportato l’entrata in vigore della “Delrio”, numeri alla mano: “Avevamo all’epoca 35.418 dipendenti, al 2022 siamo arrivati ad appena 15.943. Abbiamo un fabbisogno di 1.115.000 euro, ma in realtà parliamo di 500.000 euro nelle Previsioni di Bilancio”.

“Sul processo di riforma ci sono degli interrogativi che andrebbero onestamente posti, al netto di qualsiasi pensiero di appartenenza o di cultura sul tema – ha spiegato ancora il presidente Caruso – Sono passati dieci anni e gli anni che ci aspettano ancora, da qui a un periodo di profonda evoluzione della nostra società, porrebbero un legittimo interrogativo: secondo i sociologi tra dieci anni questa società non esisterà più, quindi dobbiamo chiederci quale potrebbe essere un ruolo di questi Enti in prospettiva. La riforma sulle Province arriverà, tardi ma arriverà. Quali dovrebbero essere i risultati? Quale potrà essere il ruolo di questa amministrazione e quale il ruolo di una distrettualità che dobbiamo raccontare? Oggi manca davvero un’azione distrettuale nelle nostre Regioni e da questo bisogna ripartire”.

Nonostante le difficoltà affrontate in questi anni, secondo il presidente Caruso, “le Province hanno ampiamente dimostrato la loro utilità nel rispondere alle esigenze dei territori e il loro protagonismo nel ruolo di raccordo e coordinamento tra i diversi Enti”. In conclusione risulta quindi “fondamentale il superamento della Legge Delrio, con un contestuale rafforzamento delle funzioni, del personale e delle risorse delle Province”.

 

Comunicato stampa

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