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Provincia: presentato Piano territoriale coordinamento

A breve in Consiglio: "Atto di programmazione urbanistica che individua vocazioni dei territori"

“Una programmazione territoriale aggiornata, e condivisa con tutti i Comuni, che sappia conciliare le ragioni della tutela e quelle dello sviluppo economico, individuando le vocazioni dei singoli territori, è la premessa, oggi quanto mai fondamentale, per cogliere le opportunità offerte dal Piano nazionale di Ripresa e resilienza, e altri strumenti regionali e statali, per mettere dunque a terra ingenti risorse economiche e relativi progetti”.

Questa la sintesi, da parte del presidente della Provincia dell’Aquila, l’avvocato Angelo Caruso, sindaco di Castel di Sangro, dell’importanza del nuovo Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia dell’Aquila (PTCP).

Il documento preliminare è stato illustrato ieri nella Sala Auditorium di Palazzo Silone, sede della Giunta regionale, alla presenza di sindaci e amministratori.

Il PTCP è l’atto di indirizzo della programmazione socio-economica con cui un ente provinciale definisce gli assi strategici di assetto del territorio, tra cui in particolare quello idrogeologico ed idraulico-forestale, la salvaguardia paesistico-ambientale, il quadro infrastrutturale e lo sviluppo, armonizzando le pianificazioni dei singoli comuni, individuando, ad esempio, tutte le funzioni di interesse sovra-comunale, delle infrastrutture di mobilità più importanti e dei criteri di sostenibilità ambientale, che riguardano i sistemi insediativi locali di area larga.

Alla conferenza sono intervenuti il professor Piero Properzi, redattore del Documento preliminare, Nicolino D’Amico, dirigente provinciale del settore Urbanistica, il professor Fabrizio Politi, esperto in Diritto costituzionale, il professor Roberto Mascarucci, presidente dell’Istituto nazionale Urbanistica (Inu) per l’Abruzzo e il Molise.

“Il documento preliminare -, ha reso noto ancora il presidente Caruso – sarà ora approvato a breve in consiglio provinciale, seguirà poi una ulteriore e ancor più puntale fase di ascolto e condivisione con tutte le amministrazioni comunali, che si è comunque già dispiegata in questa prima fase. Per i comuni, soprattutto per quelli di piccole dimensioni, il PTCP rappresenta una mano tesa da parte dell’Amministrazione provinciale, perché consentirà di far pesare le loro esigenze nelle programmazioni regionali e nazionali”. La sinergia tra ente provinciale e Comuni è stata con forza evidenziata dal professor Properzi.

“Il nodo fondamentale è quello di fornire uno strumento utile alla pianificazione dei Comuni, utile alla messa a terra dei progetti, nella consapevolezza che abbiamo oggi a disposizione strumenti urbanistici superati, con il quadro di riferimento regionale che ha, ad esempio, più di vent’anni – ha spiegato Properzi -. Nell’attività di aggiornamento reso possibile dal PTCP, determinante sarà però il passaggio da una urbanistica prescrittiva, che approva o boccia un piano comunale, a fine del processo, creando un allungamento e complicazione dell’iter burocratico. Inoltre il PTCP fornirà una base di conoscenza condivisa e subito disponibile, su cui potranno contare, nell’attività di pianificazione urbanistica, in particolare i piccoli comuni, che hanno noti problemi di risorse e personale”.

Sulla stessa lunghezza il dirigente Nicolino D’Amico: “I territori hanno impellente bisogno di uno strumento urbanistico sovraordinato, chiaro e univoco. Il lavoro che sta svolgendo la Provincia risponde finalmente a questo bisogno, con una impostazione innovativa, che raccoglie a priori le indicazioni e le priorità da parte degli enti locali”.

Ad allargare lo sguardo sulla centralità dell’Ente Provinciale nell’assetto e nell’articolazione istituzionale italiana è il professor Politi.

“L’Ente provinciale, anche nello svolgimento dei suoi compiti in materia urbanistica – ha assicurato il costituzionalista -, conferma la sua necessità e non sostituibilità, smentendo le recenti politiche tese al loro ridimensionamento e marginalizzazione. Le Province non sono certo un’invenzione recente, ma sono il frutto della rivoluzione francese, ovvero di una visione illuministica, pensate come strumento efficiente ed efficace, che esiste in tutti i Paesi europei, di dimensione sovra-comunale, di ente intermedio, di prossimità e di coordinamento”.

Ha concluso il presidente Inu, Mascarucci: “Il quadro nazionale di riferimento sta cambiando, con le modifiche in particolare del Testo unico degli enti locali. L’approvazione da parte delle Province dei Piani territoriali di coordinamento, intercettano e interpretano al meglio questo mutamento, visto che la Provincia rivestirà sempre più un ruolo centrale nella pianificazione territoriale, che a sua volta sarà fondamentale per far atterrare presto e bene le risorse economiche del Pnrr”.

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