“Credo che il mio spirito sia lo stesso di quelle persone che sono lì a combattere, che sia uguale il carattere, l’ambizione, non riesco a capirlo bene, ma lo sento”.
La storia di Olena Savchuk, pugile italiana nativa di Capistrello, che sarà fra le 8 azzurre scelte per i mondiali elite femminili di pugilato a New Delhi in India, e che si terranno dal 15 al 26 marzo, è quella di una ragazza con una doppia coscienza, italiana e ucraina. Da alcuni giorni Olena è in forza al gruppo sportivo Fiamme Oro.
Questa doppia anima emerge in ogni sua riflessione. “Non riesco ad esprimere che cosa sento, ma c’è un legame sicuramente, abbiamo lo stesso spirito, il carattere, l’ambizione. In Ucraina è rimasto bloccato mio zio: viveva e lavorava in Italia, era andato lì per trovare i parenti, i miei nonni, anche se sono relativamente nella zona tranquilla in un piccolo paesino, Ostropol”.
“Ho iniziato il pugilato casualmente – racconta poi da Assisi dove sta terminando gli ultimi allenamenti prima della partenza per il mondiale, nel quale gareggerà per la categoria dei 54 chili – prima facevo tutt’altro, da bambina facevo danza e pattinaggio, poi un giorno incontrai la persona giusta, il mio maestro Giuseppe Sauli che mi fece innamorare di questo sport. Non ho rabbia quando combatto, la rabbia annebbia la vista anzi cerco proprio la tranquillità, la lucidità sul ring”.
“L’Italia – aggiunge – mi sta dando l’opportunità di far questo che sto facendo ora, grazie alla nazionale, sono cresciuta molto. Ormai sono 4 anni che vivo ad Assisi, è la mia seconda casa dopo Capistrello”.
Le altre Azzurre che andranno in India sono Roberta Bonatti, Giordana Sorrentino, Sirine Chaarabi, Irma Testa, Alessia Mesiano, Assunta Canfora, Angela Carini. Saranno accompagnate dal direttore tecnico della nazionale italiana Emanuele Renzini.
C’è ovviamente grande orgoglio nella Marsica per la sua avventura sportiva: “La nostra Olena partirà per i mondiali in India – dice il suo ex allenatore Giuseppe Sauli della Asd Sauli Boxe di Civitella Roveto – Il mio lavoro e quello di George David e Vincenzo Gentile è stato ben ripagato, però manca un ultimo sforzo, quello di esaudire il nostro sogno: il sogno olimpico. Fa che si avveri”.