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Quando un numero (rosa) può salvare la vita: la Marsica corre in aiuto delle donne vittime di violenza

“La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai suoi piedi perché debba essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale… un po’ più in basso del braccio per essere protetta, e dal lato del cuore per essere amata”. Questa citazione, tratta dal Talmud, testo sacro dell’ebraismo, purtroppo sembra non essere più attuale nella società odierna. I femminicidi o i casi di violenza sulle donne sono oramai, infatti, all’ordine del giorno. A fronte di ciò, l’associazione di volontariato denominata ‘Tribunale per la difesa del malato’ ha recentemente attivato un numero rosa, l’800 400 407, per la difesa della donne vittime di violenza, sia fisica che psicologica. Mariangela Rametta, attivista del Tribunale per la difesa del malato e dell’associazione Help Handicap, nonché Educatrice professionale e Coordinatrice dei servizi, spiega in cosa consiste questa nuova importante iniziativa: «Il Tribunale per la difesa del malato ha vinto un progetto ministeriale riguardante il supporto a favore delle donne vittime di violenza, sia fisica che psicologica. ‘Più forti insieme’ è il nome del progetto, costituito da vari ambiti, quali diverse campagne di sensibilizzazione con i giovani, sia all’interno delle scuole che nei centri d’aggregazione, e riguarda, anche e soprattutto, l’attivazione di un numero rosa finalizzato alla difesa delle donne vittime di soprusi fisici e mentali»

Splendida l’iniziativa che, si spera, possa servire ad interventi pronti ed efficaci, affinché si salvino tutte quelle donne, vittime dalla cieca ira di uomini privi di umanità. Ma come funziona questo numero rosa? Che cosa avviene dopo aver digitato l’800 400 407 ed aver alzato la cornetta? Continua Mariangela Rametta: «Il numero rosa, attivato appena due settimane fa all’incirca, è gratuito. Quando si verifica una chiamata, risponde un operatore preparato nell’ambito del supporto, per fornire una prima forma d’aiuto alla donna in difficoltà». Questo passo, però, è solo il primo di un lungo processo che va ad articolarsi nel momento immediatamente successivo alla richiesta d’aiuto. Continua, infatti, la donna: «Dopo il primo sostegno fornito dall’operatore, si attiva il lavoro di rete con le varie strutture attrezzate al supporto della donna a 360 gradi».

Tre, d14650213_10211006112892920_3600184490267591279_nunque, sono principalmente le fasi che costituiscono il processo relativo alla richiesta d’aiuto che si compie, chiamando questo numero rosa: «Ascolto della donna e della problematica in questione, primo supporto fornito dall’operatore addetto alla ricezione delle chiamate, scelta della strategia da adottare in merito al caso che si deve affrontare». È fondamentale, quindi, il lavoro di rete. «Questo lavoro, – specifica, infatti, la donna – attuato sia nel territorio marsicano che nella Valle Peligna è importantissimo, ragion per cui si sta provvedendo ad implementare il sistema di rete proprio nel territorio della Marsica».

Questo sistema di supporto «è finanziato dal Ministero del lavoro e della solidarietà sociale (Legge 11 agosto 1991, numero 266, direttiva 2014) in ambito del progetto ‘Più forti insieme’ vinto dalla nostra associazione». «Non è ancora possibile – conclude Mariangela Rametta – fare un bilancio riguardo il funzionamento del servizio messo a punto, essendo nato da poco e dunque poco conosciuto dalla stragrande maggioranza delle donne. Il nostro obiettivo sarà quello di diffonderne la notizia, per iniziare subito a soccorrere tutte quelle donne che hanno bisogno d’aiuto».

La violenza sulle donne deve essere fermata: aiutare l’altra metà femminile del cielo e del mondo dovrebbe essere un dovere morale, ma non tutti si incaricano di una simile responsabilità. ‘Esci dal silenzio!’ cita la locandina che pubblicizza il numero di SOS: un messaggio, quindi, rivolto a tutte le donne. Dire «BASTA» alla violenza è più facile, quando si può chiamare un numero rosa che non lascia mai sole.

Foto di: ANSA.it

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