Una spinta dal basso per lo sviluppo intero della Regione che parta dalle piccole realtà, è quello che ci vuole per far ripartire il territorio, secondo il sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio.
«Per rilanciare l’Abruzzo, dobbiamo ripartire dalle ‘città territorio’ – è netta la posizione del vice presidente dell’Anci Abruzzo e sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio sulla questione aree interne e sul ridisegno complessivo del territorio regionale alla luce delle indicazioni dell’agenda urbana europea – oggi le autonomie locali sono ‘sotto schiaffo’ di poteri sempre più centralizzati, le decisioni più importanti non vengono prese tra la gente ma lontano dai cittadini. Negli ultimi anni, lo stravolgimento dell’assetto politico e organizzativo dello Stato ha puntato tutto sul decentramento e ad oggi sono troppe le autorità che si sono costituite a livello nazionale che rallentano le attività delle amministrazioni locali, delle comunità e dello sviluppo della loro economia. Se tutto viene centralizzato è difficile rendere un servizio efficiente e aiutare realmente la comunità».
«In merito, – continua – lo studio universitario con il quaderno II della ricerca Abruzzo 2020, segna un importante passo in avanti verso il rilancio dei centri forti della nostra regione. In particolare, a seguito della legge Delrio che ha mortificato le amministrazioni provinciali in termini di risorse umane e di competenze, prendiamo atto che la Regione non può tornare indietro, ma deve senza dubbio puntare all’omogeneità dei servizi, creando le otto città distretto, come spiega lo studio. Dividere il territorio in sette aree funzionali urbane, poi, con la netta distinzione tra zone costiere e montane, che fanno riferimento alle città dove convergono i principali servizi al cittadino, come la salute, il lavoro, l’istruzione e il trasporto, costituisce la strategia migliore per tornare a dare il valore che meritano le città territorio».
Bacini interi caratterizzati dalle loro singole identità e formati da tanti piccoli comuni che fanno riferimento al centro principale – prosegue – ‘L’esperienza Marsica’ ne è l’esempio. In questi anni, attraverso l’Adunanza dei sindaci, il comune di Avezzano ha abbracciato tutto il territorio marsicano, condividendone le principali problematiche e cercando insieme le soluzioni migliori, lontani da qualsiasi tipo di competizione, favorendo servizi omogenei a misura del cittadino e dando anche una risposta ai piccoli centri, attraverso il sistema di collaborazione e coesione con la città territorio. La dimostrazione che i capoluoghi di provincia non sono sufficienti a rispondere alle necessità di interi territori, con strutture socioeconomiche diverse tra loro. Sono convinto che ripartendo dalle città, la nostra regione possa ritrovare la via dello sviluppo, che in questi anni, sembra aver smarrito».
La lontananza delle piccole realtà dai centri decisionali apicali rappresenta un deficit che non permette, sempre secondo il primo cittadino avezzanese, al territorio abruzzese di fare quel salto necessario per tornare competitivo sui mercati nazionali.
Foto di: iltempo.it