Sfiorita la ‘rosa’ di nomi (Pera-Moratti-Nordio) per il Quirinale, presentata l’altro giorno in una conferenza stampa unitaria, il centrodestra prova a ricompattarsi dopo lo smarcamento di Fdi (che ha indicato la ‘bandiera’ Guido Crosetto al posto della ‘bianca’ incassando oltre 100 voti) e a trovare un nuovo nome di alto profilo istituzionale per il Colle.
E per questo decide di astenersi alla quarta votazione di oggi.
La scelta di non ritirare la scheda, scrive Adnkronos, di fronte alla ‘bianca’ annunciata dal centrosinistra, arriva dopo quasi un’ora di confronto in un vertice convocato alle 9 stamattina da Matteo Salvini dopo una notte di riflessione.
Ci prendiamo un’altra giornata perché voglio allargare il campo del centrodestra e trovare un nome di altro profilo istituzionale da presentare alla sinistra, avrebbe detto il leader della Lega agli alleati. Prima di arrivare all’astensione, Meloni, raccontano, avrebbe ribadito tutte le sue perplessità sulla ‘bianca’: dobbiamo votare un nome, non possiamo continuare a votare scheda bianca… Anche Maurizio Lupi avrebbe chiesto di indicare un candidato espressione dell’area culturare di centrodestra. Nessun nome, assicurano vari partecipanti all’incontro, sarebbe stato fatto dai presenti.
Con l’astensione, il centrodestra, insomma, cerca di ritrovare l’unità su una figura di ”alto valore istituzionale”, come si legge in una nota congiunta diffusa al termine del summit, e si dice disponibile a “chiedere di procedere domani con la doppia votazione”.
Salvini cercherà di uscire dal cul de sac in cui si è trovato per non bruciarsi come king maker e prende tempo per riprendere il tour di telefonate e incontri “con tutti”. Non a caso oggi invita alla cautela:
“Prima si fa e certo meglio è, ma non stiamo mica a scegliere le mele…”. Per poi aggiungere: “Io sto sentendo tutti” gli altri leader “tutti i giorni, è il mio dovere, è il mio lavoro: porto proposte, ascolto…”.
Pesa sulla tenuta della coalizione la carta Crosetto di Fdi che ha spiazzato Lega Fi e messo sull’avviso Salvini, alla riunione ieri con i suoi parlamentari, apprende l’Adnkronos, si sarebbe lamentato della mossa dei meloniani.