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Randagismo, Mannetti: “Rivedere legge regionale”

"Lo strumento principale sarà il finanziamento delle sterilizzazioni attraverso il Servizio Sanitario"

COMUNICATO STAMPA

 

“Il fenomeno del randagismo in Abruzzo ha assunto negli anni i caratteri di un’emergenza da non sottovalutare soprattutto se pensiamo che ad oltre 11 anni dall’entrata in vigore della nuova Legge sul Randagismo i canili abruzzesi sono ancora sovraffollati e i cani vaganti nei paesi sono un numero considerevole. Per questo ritengo di dovermi impegnare per la revisione della Legge attraverso una serie di azioni volte a ridurre il fenomeno soprattutto perché credo che la dovuta attenzione al benessere e alla tutela degli animali da affezione consente anche di risolvere i disagi che il problema arreca. Lo strumento principale sarà il finanziamento delle sterilizzazioni attraverso il Servizio Sanitario mediante pagamento di un ticket, costituzione di una task force per il controllo delle condizioni degli animali nei canili e per il censimento dei cani negli allevamenti, contributi alle associazioni di volontariato per la promozione delle adozioni, inasprimento delle sanzioni per chi compie atti di maltrattamento”.

 

Lo afferma Carla Mannetti, ex assessore al Comune dell’Aquila, responsabile del dipartimento Infrastrutture della Lega Abruzzo e candidata al Consiglio regionale alle elezioni del prossimo 10 marzo.

 

“Vanno riviste”, prosegue Mannetti, “anche le competenze perché attribuire tutte le responsabilità, come fa la legge del 2013, alle Asl e ai sindaci significa spesso fare i conti con delle difficoltà oggettive da parte dei piccoli comuni”.

 

“Affrontare il tema del randagismo”, fa osservare Mannetti, “non significa solo essere sensibili nei confronti dell’animale ma anche dell’uomo e delle casse pubbliche, basti pensare che il mantenimento dei cani all’interno dei rifugi arriva a costare più di 400mila euro al giorno a livello nazionale. Vanno sensibilizzati innanzitutto i cittadini, anche per combattere gli abbandoni sempre più frequenti soprattutto durante il periodo estivo, e sostenuta la rete di volontari che si dà da fare per assistere gli animali, la le istituzioni non possono voltarsi dall’altra parte o limitarsi a stanziare risorse peraltro sempre insufficienti. Occorrono azioni e strumenti che creino le condizioni per arginare al massimo il fenomeno”.

 

“Considerando”, conclude Mannetti, “che le iniziative messe in campo negli anni, come l’attivazione del sistema informatizzato dell’anagrafe canina che ha previsto anche l’inserimento del microchip agli animali o il controllo delle nascite attraverso la sterilizzazione, non sono state sufficienti a evitare all’Abruzzo il problema”.

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