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Recovery plan, audizione Uncem alla Camera

Green Communities chiave per un "piano montagna" che superi sperequazioni e divari, nel quadro delle sfide ambientali europee

“Come il Piano nazionale Ripresa e Resilienza atterrerà sui territori, per fare un Paese più coeso e unito, Uncem lo ha provato a raccontare stamani in Audizione alla Camera dei Deputati, alle Commissioni riunite Bilancio e Attività Produttive. Abbiamo la necessità di uno Stato vicino a tutti i territori, alle zone montane riconosciute dalla Costituzione che stanno esprimendo modelli diversi di resilienza e di risposta alle crisi ambientali e pandemiche, rispetto alle aree urbane. Non solo investimenti, ma una precisa visione che limita disuguaglianze, sperequazioni, divari, economici, sociali, digitali, istituzionali”.

Lo afferma il Presidente nazionale Uncem, a margine dell’Audizione.

Uncem ha chiesto ai Parlamentari di agire affinché si possano ridurre le sperequazioni tra aree urbane e zone montane, il 54% del Paese, oltre a quelle tra nord e sud. Uncem ha proposto anche delle riforme – codice degli appalti, Pubblica amministrazione, nuova legge elettorale, ma anche fisco, per una fiscalità peculiare nei territori, riscrittura del Tuel, riforma del catasto anche per una ricomposizione fondiaria necessaria e maggiore equità. Uncem ha chiesto al Parlamento di seguire le linee guida che il Parlamento Europeo sta varando in queste ore, con sei pilastri sui quali lavorare: green, digitale, crescita intelligente, coesione sociale e territoriale, sanità e resilienza, giovani e nuove imprese.

La “questione territoriale” posta dal Presidente Uncem alla Camera non è un tema solo “della montagna”. “Abbiamo pezzi di territori che devono sentire lo Stato, le Istituzioni vicine – afferma il Presidente Uncem – Risorse e strategie, sostenibili e intelligenti, misurabili effetti e opportunità. Anche per questo non abbiamo fatto ‘elenchi della spesa’ e proprio così si chiama il nostro piano per il PNRR e i territori. Crediamo nella necessità di attuare tre leggi che lo Stato si è date negli ultimi anni, come la legge sui piccoli Comuni del 2017, la legge sulla green economy del 2015, il Testo unico forestale con la Strategia forestale nazionale. Il PNRR, il Recovery Plan, atterra sui territori con un Piano Montagna che vede nelle ‘Greeen Communities’ sancite dalla legge 221/2015 la risposta alla crisi climatica, alle sfide ambientali che nelle zone montane arrivano prima. Le risposte devono essere differenziate. Borghi e nuova agricoltura, nuova gestione delle foreste, riorganizzazione dei servizi come scuola, sanità, trasporti, non sono temi residuali, per un pezzo di Paese derubricato come montano. Sono questioni decisive per la coesione. Ecco perché secondo Uncem le comunità e i territori devono essere protagonisti del Piano nazionale Ripresa e Resilienza che il nuovo Governo dovrà profondamente rivedere”.

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