“Giorni fa, la nostra brava dirigente regionale di Azione, Roberta Gargano, attraverso una lettera aperta aveva sollecitato l’assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì, affinchè si attivasse anche in Abruzzo il Registro delle morti improvvise, così come già accaduto in altre regioni italiane”.
Lo afferma Enrico Verini, Consigliere Comunale di Azione L’Aquila e Dirigente Regionale del Partito.
“A seguito di tale iniziativa – prosegue Verini – ho contattato personalmente il dottor Pierluigi Cosenza, direttore della Agenzia Regionale Sanitaria abruzzese, per informarmi su eventuali azioni intraprese in merito, dopo la sollecitazione di cui in premessa.
Dallo stesso dottor Cosenza ho avuto rassicurazione dell’attivazione delle misure che porteranno al registro, con l’attribuzione già predisposta del coordinamento di questa fase iniziale al dottor Mucciconi, primario presso la nostra ASL aquilana”.
“L’esigenza prende spunto dal grande dolore che troppo spesso abbiamo provato nei nostri territori per morti improvvise di persone di giovane e giovanissima età che purtroppo devastano famiglie e comunità con impressionante cadenza. Eventi drammatici, il cui dato epidemiologico a livello territoriale (e nazionale) risente inevitabilmente delle difficoltà operative e della complessità degli accertamenti specialistici, cui si aggiunge un atteggiamento di rassegnazione che, spesso, rifiuta il bisogno e il dovere di investigare le cause della morte”.
“Lo scopo – continua il consigliere comunale – è finalizzato a identificare in maniera efficace l’eziologia di molti casi di morte improvvisa, con importante beneficio preventivo per i familiari. Di contro, l’assenza di un simile registro nella nostra regione rappresenta una grave limitazione alle possibilità di prevenire casi di morte improvvisa”.
“Auspichiamo un registro integrato gestito centralmente ma collegato in maniera capillare con tutte le realtà clinico-assistenziali della regione. La piattaforma dovrà includere non solo i dati dei pazienti deceduti per MI, ma anche le informazioni cliniche dei familiari e di tutti i soggetti a rischio che permettano di valutare l’efficacia dello screening cardiologico obbligatorio degli sportivi, il principale e unico strumento di prevenzione della MI su vasta scala ed eventualmente attivare altri programmi di screening, lì dove il dato raccolto, suggerisse la necessità di farlo per specifiche fasce di popolazione” conclude.