L’epidemia è in rapido peggioramento. Lo evidenzia l’ultimo report nazionale stilato dal Comitato tecnico-scientifico. Una crescita che sta avvenendo con rapidità di progressione maggiore in alcune Regioni italiane.
La situazione descritta nell’ultimo report pubblicato anche dal Ministero della Salute fa evincere segnali di criticità dei servizi territoriali.
L’ultimo periodo preso a riferimento dagli studi è quello che va dal 12 ottobre al 18. Molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Alcuni dei casi identificati tramite screening, tuttavia, potrebbero aver contratto l’infezione in periodi antecedenti.
Sono complessivamente ad oggi in Italia 7.625 i focolai attivi, di cui 1.286 nuovi, quindi anche se sono in aumento i focolai attivi, per la prima volta in undici settimane è in diminuzione il numero di nuovi focolai (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 4.913 focolai attivi di cui 1.749 nuovi).
Questa settimana, a livello nazionale, si è osservato un importante aumento nel numero di persone ricoverate e, conseguentemente, aumentano anche i tassi di occupazione delle degenze in area medica e in terapia intensiva. Se l’andamento epidemiologico mantiene il ritmo attuale, esiste una probabilità elevata che numerose Regioni raggiungano soglie critiche di occupazione in brevissimo tempo.
È fondamentale che la popolazione riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo quando non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa quanto più possibile.
Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine. Si ribadisce la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi.