“Ci sono la bellezza di 46 milioni di euro inutilizzati a valere sui fondi Restart, quelli cioè destinati al cratere aquilano per la ripresa socio-economica post-terremoto, ma la cosa più grave è che negli ultimi quattro anni sono stati finanziati appena 6 interventi per 50 milioni di euro dalla Giunta Marsilio a fronte dei 25 per un valore di circa 220 milioni di cui 186 assegnati durante il periodo della giunta di centrosinistra, ciò significa che, ad oggi, non c’è nulla di concreto, tutto fermo al palo”.
Lo denuncia il capogruppo del Partito democratico al Consiglio comunale dell’Aquila Stefano Albano, dopo la risposta scritta resa dall’amministrazione alla sua interrogazione in cui si chiedeva, tra le altre cose, come sono stati assegnati e su quali linee di indirizzo i fondi residui del programma Restart, se ci sono eventuali economie disponibili da rimodulare e, nel caso in cui il meccanismo del 4 per cento sia stato garantito anche ai 2,75 miliardi di euro assegnati alla ricostruzione dal governo Conte, come si intendano spendere i circa 110 milioni che dovrebbero arrivare nel cratere sismico.
“L’amministrazione ci ha spiegato che ad oggi gli interventi totali sono 31 per un totale di 270 milioni, se ne desume che in 4 anni, cioè dall’insediamento della giunta Marsilio ad oggi, sono stati finanziati solo 6 interventi”, ha spiegato Albano, annunciando in conferenza stampa insieme a Nello Avellani, coordinatore della costituente L’Aquila Domani promossa dal Pd, all’ex vice presidente della Regione Giovanni Lolli e al consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, che “andremo in delegazione ad incontrare il capo della Struttura di missione per il coordinamento dei processi di ricostruzione e di sviluppo nei territori colpiti dal sisma del 6 aprile 2009 Mario Fiorentino, dopo che è stato bocciato il mio ordine del giorno che impegnava il sindaco e la giunta a riattivare il tavolo tecnico di concertazione per la pianificazione delle risorse. Se Biondi e marsilio non consentono dunque al territorio di avere voce in capitolo su come programmare la spesa di tali risorse, andremo noi direttamente alla fonte, presso il governo nazionale, portando le istanze della nostra terra”.
“Sempre dalla risposta all’interrogazione, si desume che le risorse non si stanno spendendo, tanto che ci sono ancora 46 milioni di euro disponibili”, ha proseguito il capogruppo del Pd, spiegando come, in relazione alla ventilata ipotesi di un nuovo bando, cosiddetto Restart 2, “l’amministrazione ha chiesto solo nel dicembre scorso, cioè due anni dopo l’assegnazione dei 2,75 miliardi da parte del governo Conte al cratere 2009 per la ricostruzione, l’attivazione del meccanismo del 4 per cento (cioè quello per il quale questa percentuale delle risorse destinate alla ricostruzione fisica viene riservata alla ripresa socio-economica). Si tratta quindi di un colpevole ritardo di due anni mentre il territorio soffriva i danni della pandemia e tutti gli indicatori economici ed occupazionali che forniscono i sindacati indicano il territorio in grande affanno.”.
“In buona sostanza – ha argomentato Albano – l’amministrazione non ha la benché minima idea di quante risorse si potrebbe godere e non c’è traccia di un progetto o un programma per pianificare la spesa, non sa nemmeno chi dovrebbe redigere il programma, con quali attori istituzionali e chi dovrebbe coordinarne il processo. Insomma – ha concluso il capogruppo del Pd – si sta gestendo Restart con una lentezza cosmica e come bancomat del sindaco Biondi”.
Lolli e Avellani hanno fatto osservare come “farsi sfuggire ingenti risorse come queste sarebbe gravissimo” e che “c’è necessità di concertazione perché le scelte vanno prese sul territorio, come è stato fatto in passato, e non bisogna aspettarsi da altri Enti la predisposizione di un Piano”.