“A causa dei litigi in maggioranza salta il confronto in Commissione che avrebbe dovuto analizzare il documento della rete ospedaliera 2019-2021 nonostante sia obsoleto, senza gli allegati di legge e mai andato in vigore; quando si dovrebbe addirittura discutere della programmazione 2022-2024. Salvo le indiscrezioni anticipate a mezzo stampa, di questa ad oggi non c’è traccia o, quantomeno, nemmeno la maggioranza ha potuto avere cognizione delle scelte fatte. Una stasi che certifica ritardi e incapacità programmatorie: avremmo comunque dovuto discutere di una rete già obsoleta, non attuata e su cui non è stato ancora avviato il confronto, evidentemente nemmeno fra le forze di governo, frizione che potrebbe spiegare il rinvio della seduta”, così il capogruppo Pd Silvio Paolucci “sulla mancata seduta della Commissione Consiliare, che non è stata messa in condizione di analizzare un atto di programmazione sostanziale sulla sanità”.
“Una rete oggi anche inapplicabile, perché il Covid ha letteralmente cambiato i parametri della sanità ospedaliera e territoriale e, da quanto abbiamo potuto apprendere, ridisegnata soltanto per cancellare le scelte della giunta precedente di centrosinistra, l’unica abilità manifestata dall’attuale governo regionale – continua l’ex assessore alla Sanità- Spiace, perché a pagare il prezzo durissimo di questa incredibile lentezza e incapacità saranno ancora una volta gli abruzzesi, visto che senza programmare nulla questa maggioranza ha già collezionato quasi 90 milioni di euro di debito sanitario per il 2020, mentre 500 milioni di euro sull’edilizia sanitaria sono bloccati dall’inizio di questa legislatura. Ho chiesto più volte come si possa, a quasi metà 2021, analizzare la programmazione depositata prima del covid e se ci fossero notizie su quella 2022-2024, perché di questo oggi, con una sana gestione della sanità e delle azioni per assicurare alla comunità diritti e servizi, avremmo dovuto trattare. Ormai un anno fa abbiamo avuto il parere sia dell’Ufficio legislativo regionale, sia del Collegio delle Garanzie Statutarie (Pubblicato sul Burat) che l’organo competente ad approvare gli atti della programmazione sanitaria è il Consiglio Regionale e invece ci hanno privato di qualsiasi spazio di confronto, peraltro su una programmazione non solo vecchia, ma già pesantemente osservata dal tavolo di monitoraggio ministeriale, in quanto priva dei rilevanti allegati quali la tabella c, delegati alle Asl che peraltro non hanno alcun potere di programmazione. Lecito chiedersi, ma che stanno facendo? Questo in un momento cruciale, in cui sarebbe dovuta partire già la programmazione post pandemica e mentre nei presidi ospedalieri e nei servizi territoriali, si accumulano decine di migliaia di interventi, prestazioni, visite specialistiche, screening e langue la prevenzione che dovrebbe essere normale amministrazione della sanità regionale”, scrive in una nota inviata alla stampa.
“Sono infatti migliaia gli interventi e prestazioni sanitarie cancellati dalla pandemia, anche in Abruzzo, un dato che emerge dalla ricerca effettuata dall’Agenzia sanitaria delle Regioni in collaborazione con il laboratorio Mes dell’Istituto Sant’Anna di Pisa sulla situazione sanitaria nelle regioni fra il 2019 e il 2020. Operazioni salvavita in ambito oncologico e cardiocircolatorio, visite specialistiche di controllo e di prevenzione, ricoveri per patologie cardiocircolatorie, solo la chirurgia di emergenza ha retto, ma di fatto c’è una percentuale anche abruzzese nei cinquanta milioni di visite perdute da quando il virus si è imposto anche in Italia e in quei 25.000 decessi in più registrati a livello nazionale e non addebitabili al covid”.
“Una realtà che non può essere sottovalutata da chi governa, perché finito il covid dovremo fronteggiare questa emergenza, che è grandissima, perché non affrontata e farlo insieme all’emergenza sociale ed economica, essendo anche stati la regione che ha scontato più prescrizioni, purtroppo a causa della sfida al governo a colpi di ordinanze ingaggiata dal Presidente Marsilio e che ci ha dato solo 28 giorni di permanenza in zona gialla, anche quando avevamo dati accettabili. Per queste ragioni abbiamo gridato affinché la campagna vaccinale anti covid volasse e tornassero attivi reparti ospedalieri e servizi sanitari territoriali per effettuare anche l’altra sanità, quella legata a patologie diverse dal Covid e, soprattutto, la prevenzione. Ma se una Commissione che deve analizzare un documento già vecchio si arena, come si potrà dare risposte al diritto di cura che in questo anno è stato così sottovalutato e che è così importante per la ripartenza?”, questa la conclusione.