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Rete ospedaliera: ”Buon lavoro, attenzione ai territori problematici”

UIL FPL L'Aquila sulla rioganizzazione della rete ospedaliera nella Asl 1

Arriva un nuovo angiografo per l’ospedale di Avezzano

“L’idea che viene fuori dal documento di riorganizzazione della rete ospedaliera è quella di una sanità di prossimità, vicina ai cittadini, in grado di soddisfare anche gli standard di qualità. Ora, però, il compito della politica e delle parti sociali non è concluso; è fondamentale continuare a combattere affinché il governo capisca quanto tutto questo sia importante per il nostro territorio”. Claudio Incorvati, componente di segreteria provinciale Uil Fpl e la dottoressa Gianna Tollis, responsabile Uil Fpl Medici, commentano positivamente il documento della Giunta regionale che riorganizza la rete ospedaliera che dovrà ora fare il suo percorso a livello di ministero e di governo, “ma il passo tracciato è quello giusto con attenzione ai territori della provincia dell’Aquila, soprattutto quelli con i problemi maggiori”. La Regione ha scelto di stare vicino al limite massimo con un indice pari a circa 2,9, il massimo è 3 su 1000 abitanti, cosi distribuiti per la Provincia: 362 + 49 diurni L’Aquila, 219 + 20 diurni Avezzano, 147 + 13 diurni per Sulmona, 19 + 6 diurni per Castel di Sangro. I posti letto tra Uoc, Uosd, Uos e servizi sono per L’Aquila 36 Uoc, 28 Uosd, 6 Us e 2 servizi; per Avezzano 18 Uoc, 11 Uosd, 5 Us e 2 servizi; per Sulmona 8 Uoc, 8 Uosd, 4 Uos, e 4 servizi; per Castel di Sangro1 Uoc, 5 Uosd e 7 servizi. Rispetto al 2017, anno dell’ultimo piano sanitario, ci sono alcune differenze con un aumento delle Uoc a L’Aquila (da 31 a 36), ad Avezzano (da 15 a 18) e a Sulmona (da 5 a 8); diminuiscono invece a Castel di Sangro passando da 3 a 1. “Ovviamente le Uosd dovrebbero andare di pari passo ma non è sempre così perché L’Aquila e Avezzano mantengono più o meno lo stesso numero di Uosd a significare che c’è un aumento dei servizi sanitari offerti e non soltanto una riconversione della struttura delle Unità operative”, precisano. Le maggiori novità, proseguono, si hanno per Sulmona: “Sicuramente la questione che ha fatto maggiormente scalpore è quella riferibile al punto nascita che resta aperto con le motivazioni che ormai da molti anni noi avevamo posto all’attenzione di una politica troppo cieca e troppo impegnata a svendere i territori in cambio di favori personali. La vera novità, però, è stata l’introduzione del SS. Annunziata tra i presìdi con Dea di I Livello come è giusto che sia. Sulmona deve ritrovare la sua dignità di città in grado di soddisfare i bisogni, tra cui quelli sanitari, di un territorio vasto e difficile. Alla riconversione di gran parte delle Uoc in Uosd negli anni si contrappone oggi un cambio di passo che significa tornare ad avere una Uoc di pronto soccorso, per esempio, ma anche di Pediatria e di Ginecologia. La differenza che nei tempi passati è stata presentata come una semplice sottigliezza di vocabolo, è invece sostanziale : cambia radicalmente la gestione di risorse e personale, cambia il peso all’interno dell’Azienda, cambiano in positivo le opportunità, proprio quelle di cui abbiamo bisogno in Valle Peligna”. In Alto Sangro, di contro, l’ospedale di Castel di Sangro viene classificato come Ospedale di zona disagiata, “il che consente di mantenere il pronto soccorso h24 anche se non raggiunge gli standard e soprattutto mantiene quella caratteristica, forse unica in Regione, di modello polivalente in grado di fornire servizi sanitari di qualità e con offerta ampia”. Incorvati e la Tollis, infine, auspicano l’avvio di tavoli tecnici e politici che possano, in maniera definitiva, “modificare il famigerato Decreto Lorenzin che tanto male ha fatto alla sanità quanto bene a quella politica senza scrupolo che aveva soltanto bisogno di una pezza d’appoggio per distruggere quel poco che in alcuni territori era rimasto”.

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