Sono trascorsi 140 giorni dalla notifica della misura cautelare nei confronti del professionista dei lavori pubblici Luigi Aratari, ingegnere stimato, entrato in un circolo vorticoso apparentemente senza fondo, quello di un’inchiesta per reati contro la pubblica amministrazione. Eppure oggi Aratari si è svegliato letteralmente sotto una luce diversa. “La luce alla fine di un lungo tunnel durato mesi”.
140 giorni “indimenticabili, che hanno il cattivo retrogusto di un vero e proprio incubo: non augurerei mai nemmeno al mio peggior nemico di lavorare sodo solo per pagare le spese legali”, dichiara, ascoltato, alla nostra Redazione. Il provvedimento di revoca della misura è stato firmato dal Giudice per le Indagini Preliminari, la dottoressa Maria Proia, del Tribunale di Avezzano, nella giornata di sabato scorso ma è stato notificato all’ingegnere oggi stesso. Dispone la revoca immediata della misura cautelare dell’interdizione temporanea di un pubblico ufficio o servizio, della durata di sei mesi.
“Da domani – commenta così la decisione del Gip, il dirigente del Comune di Celano, finalmente sorridente – potrò tornare a lavorare sodo in ufficio e potrò recuperare tutti questi 140 giorni persi. In questi casi atroci che la vita ti mette davanti, ho imparato ad essere resiliente, a reagire ai traumi e mi sono in qualche modo rafforzato nella mia sofferenza, che è stata la sofferenza anche per un’intera città e per la mia famiglia e i miei amici”. In Comune, a Celano, il professionista originario di Gioia dei Marsi ricopre il ruolo di Responsabile del Servizio Ufficio Lavori Pubblici e Gare.
“Si riparte più forti e consapevoli di prima”, aggiunge. Aratari, assieme ad altre 24 persone, fra cui sindaco e vicesindaco, era stato arrestato nel mese di febbraio scorso dopo il blitz del Comando provinciale dei Carabinieri dell’Aquila nella città del castello. La decisione del Giudice di revocare la misura alla quale Aratari era stato sottoposto si basa sul fatto che i fatti oggetto di indagine e che lo riguardano sono accaduti troppo lontano nel tempo, risalenti al 2018. La misura, quindi, non è più attuale, visti gli anni che sono trascorsi.
L’ingegnere Aratari è difeso dall’avvocato Franco Colucci, del Foro di Avezzano. “Ho ricevuto tanta solidarietà e non vedo l’ora di tornare a lavoro. Sono circondato da tanti affetti, la mia famiglia è straordinaria, sana e solida e non mi ha lasciato da solo nemmeno per un secondo. Ora insieme alla mia squadra serve solo recuperare tutti questi mesi persi”, conclude.