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Riassetto caserme, Albano (Pd): “Regione in ritardo”

Il consigliere comunale del Pd dell'Aquila: "Comune solleciti per scongiurare sfratto studenti e dare prospettiva alle scuole aquilane"

“Il rischio di sfratto dell’Azienda per il Diritto agli Studi Universitari dalla caserma Campomizzi e la relativa negligenza da parte della Regione Abruzzo e del Comune dell’Aquila destano preoccupazione sulla qualità della ricostruzione che l’amministrazione ha in mente”.

È quanto si legge in una nota di Stefano Albano, consigliere comunale del Partito Democratico dell’Aquila.

“Alle casermette, infatti, sono temporaneamente ospitate la sede dell’ADSU, che fa capo alla Regione, e uno studentato da circa 400 posti letto che sopperisce alla mancanza di altre sedi danneggiate dal terremoto – sottolinea – Questo accordo, tuttavia, andrà a scadere nel 2022 e la Regione non si è ancora espressa sull’individuazione di una sede alternativa. Un rischio ulteriore, poi, è che l’amministrazione sia chiamata a rispondere dell’inadempienza ai sensi del codice civile, come previsto dall’accordo verso gli attori che non provvedono a quanto di loro competenza. Questa vicenda si inserisce in un quadro più ampio che nasce nel 2017, quando una serie di enti (Comune, Regione, Ministero della Difesa, Provveditorato alle Opere Pubbliche e Demanio) firmarono un protocollo per il riordino funzionale delle caserme nel territorio aquilano”.

“In estrema sintesi, la caserma Rossi dovrebbe ospitare un polo scolastico, trasferendo le funzioni militari alla caserma Campomizzi. La Regione, proprietaria dell’ADSU, si è contestualmente impegnata a liberare le palazzine della Campomizzi in uso all’azienda per il diritto allo studio entro il 2022; gli alloggi per gli studenti, in base a un altro accordo, dovrebbero trovare posto in un nuovo polo di residenzialità all’ex San Salvatore, negli spazi che ospitavano la scuola Carducci”, aggiunge.

“Proprio quell’edificio è oggetto di un altro accordo tra Comune dell’Aquila e ADSU per una permuta: il Comune dovrebbe cedere l’ex scuola media all’azienda regionale in cambio del terreno su cui sorgeva la casa dello studente in via XX Settembre, dove si vuole realizzare un luogo della memoria aperto alla città. Come si comprende, si tratta di un ampio puzzle di attori e accordi ideati dopo il terremoto per dare un quid pluris alla ricostruzione di alcuni edifici o spazi pubblici. Se a parole siamo tutti d’accordo sull’idea di ripensare la città e di puntare ad attrarre studenti, allora perché la Regione non si occupa dell’ADSU? Questi sono anni topici per gettare le basi per una città sostenibile e attrattiva, grazie anche ai fondi e alle idee per la ricostruzione. Il sindaco e la giunta hanno in mente una strategia di tutela per il piano di ricostruzione della città nei confronti degli enti inadempienti? Limitarsi a pallidi solleciti non dà frutti, perché Biondi allora non richiama la Regione alle sue responsabilità e fa prevalere la sua responsabilità di sindaco che tutela gli interessi dell’Aquila rispetto a un atteggiamento di passiva subalternità al suo compagno di partito Marsilio?”, chiede ancora.

“Il Comune dell’Aquila guida l’accordo di programma e deve sollecitare la Regione, altrimenti dimostra di anteporre gli interessi di partito a quelli della comunità. Abbiamo appena istituito un prestigioso collegio di merito in centro storico e poi la Regione non riesce a garantire gli alloggi già esistenti? A tal proposito, l’ente non sta nemmeno erogando tutti i fondi stabiliti per legge alle borse di studio, col risultato che alcuni studenti meritevoli non ricevono i finanziamenti“, spiega.

“Se i rappresentanti regionali non riescono a interessarsi alla sfida vitale di attrarre giovani all’Aquila, allora l’azione concreta che Palazzo Fibbioni può attuare è la convocazione di un tavolo di confronto tra tutti gli attori interessati da questo accordo per evitare che le inadempienze di uno compromettano il lavoro degli altri. Il rischio, altrimenti, è che nel breve tempo studenti e ADSU rimangano in mezzo a una strada, mentre nel lungo termine si rischia di sprecare un’occasione unica di miglioramento funzionale della nostra città”, conclude Albano.

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