Si consuma oggi il passaggio di consegne, accompagnato negli ultimi giorni da polemiche tra centrodestra e centrosinistra sullo spoil system e sulle consulenze assegnate durante il mandato, tra Giovanni Legnini, 62 anni, ormai ex commissario straordinario di governo per la ricostruzione post sisma del Centro Italia 2016 e 2017 e il nuovo titolare dell’importante incarico, Guido Castelli, 57 anni, ex sindaco di Ascoli Piceno ed ex assessore regionale delle Marche, eletto senatore di Fdi lo scorso 25 settembre e nominato come nuovo commissario dall’esecutivo Meloni nei primi giorni dell’anno.
Legnini, avvocato abruzzese, ex vice presidente del Csm e parlamentare e sottosegretario all’Economia con delega alla ricostruzione del terremoto dell’Aquila del 2009, ha deciso di uscire di scena presentando alle 11 alla presenza dello stesso Castelli, il Rapporto di fine mandato ai presidenti delle quattro regioni interessate, oltre all’Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio: dalla sede di Palazzo Colonna a Roma, Legnini parlerà in videoconferenza anche a sindaci, uffici speciali, alla stessa struttura centrale e agli organi di informazione.
Legnini ha assunto l’incarico il 14 febbraio del 2020 confermato fino al 31 dicembre scorso, dimettendosi dalla carica di consigliere regionale abruzzese di centrosinistra (al suo posto è subentrato il consigliere regionale del Pd, l’aquilano Pierpaolo Pietrucci) dopo aver perso, salvando la faccia alla coalizione, le elezioni regionali del febbraio del 2019 con l’attuale governatore, Marco Marsilio, di Fdi, a capo della coalizione di centrodestra.
L’ex vice presidente del Csm, difeso in questi giorni soprattutto da uomini di chiesa ed esponenti del Pd, lascia l’incarico con il riconoscimento, bipartisan, di aver dato una svolta all’andamento della ricostruzione che, dopo la parentesi Piero Farabolini, di area M5S, anche grazie ad intensa attività legislativa ha cominciato ad avere ritmi importanti ed efficaci. Con Legnini che, secondo molti, ha sempre mantenuto un respiro istituzionale colloquiando con tutte le forze politiche e con tutte le comunità.
Il suo lavoro è stato comunque apprezzato: tra l’altro, rimane commissario per la ricostruzione di Ischia, nelle scorse settimane segnata dalla tragedia scatenata dal maltempo: la indicazione è stata fatta dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca, del Pd, ma la nomina l’ha fatta il Governo Meloni.
Ma il passaggio di consegne che non è solo gestionale ma politico trattandosi di due personaggi appartenenti a due ambiti diversi, avviene dopo giorni di polemiche, in particolare per il fatto che il cambio della guardia è stato al centro di un più ampio ed acceso dibattito sullo spoil system avviato dal governo guidato da Giorgia Meloni: in questo caso, è finita sotto la lente di ingrandimento e dello scontro politico una serie di consulenze, per il centrodestra una presunta rete del Partito democratico messa in campo negli ultimi due anni da Legnini che peraltro non è iscritto al Pd dal 2014 dopo esservi entrato come indipendente.
“Ma questo è un piccolo Nazareno!”: quando Meloni e i suoi collaboratori hanno aperto il dossier della struttura commissariale che si occupa della ricostruzione delle regioni terremotate nel Centro Italia sarebbero stati assaliti da un moto di stupore: a svelarlo, in un articolo pubblicato sul Foglio, Simone Canettieri, che ha aperto le danze dello scontro politico.
Ma non ci sono stati attacchi diretti: né Legnini, né Castelli, che come primo impegno ha visitato nei giorni scorsi comuni in provincia di Teramo, hanno alimentato lo scontro.
Contattato dal Foglio, Legnini ha esordito sottolineando di non voler fare polemiche e che avrebbe parlato nella conferenza stampa di oggi alla presenza del successore, Castelli.
“Non voglio fare polemiche, chi si è misurato come me con la sofferenza delle persone, non vuole entrare in queste vicende. Sono abbastanza disgustato, questo sì – ha spiegato al Foglio. Si aspettava di essere vittima di spoil system? “Posso solo dire che nei miei confronti c’è sempre stato un sostegno e un apprezzamento trasversali, dunque no. Allo stesso tempo rientra nelle facoltà del governo”.
L’ormai ex commissario si sta dimostrando un uomo delle istituzioni. D’altra parte, è stato tre volte senatore e deputato (Ds e Pd), poi sottosegretario e soprattutto vicepresidente del Csm. Finito l’incarico ai vertici della magistratura, si è candidato governatore in Abruzzo, proprio contro Marsilio. Ha perso e non è rimasto a fare il consigliere di opposizione. Dopo pochi mesi è arrivata la nomina del governo Conte II come commissario straordinario alla ricostruzione. ‘Ma si è ricordato degli amici’, lo accusa chi lo ha rimosso.
Nei giorni scorsi la notizia della sostituzione di Legnini ha fatto insorgere la opposizione di centrosinistra in Regione Abruzzo ed amministratori di centrosinistra, diversi Comitati e persino il vescovo di Norcia-Spoleto, monsignor Renato Boccardo.
“Una scelta di potere – l’ha definita il centrosinistra abruzzese – quella di sostituire con un nome di Fratelli d’Italia quello del commissario Legnini e discutibile perché di fatto il Governo così ha scelto di rilanciare l’Ente commissariale della ricostruzione, alla vigilia dell’uscita dal commissariamento a cui stava portando proprio il lavoro straordinario compiuto da Legnini in questi tre anni”.
Intanto, ha ricordato Il Foglio, nella selva di incarichi e consulenze della struttura commissariale è uscito un pezzo importante di Pd del Centro Italia.
Si va dall’architetto Pierluigi Mantini, abruzzese, super consulente giuridico con tre legislature da deputato alle spalle e con 154 mila euro frutto di due consulenze, a Silvia Scozzese, vicesindaco Pd di Roma ingaggiata per le relazioni istituzionali a 48 mila euro.
E ancora: con una consulenza di 48mila euro, Paola Inverardi, ex rettrice della Università dell’Aquila, oggi rettrice della scuola di alta formazione, Gran Sasso Science Institute, componente del comitato dem per le idee dell’Aquila prima delle elezioni del giugno scorso che hanno portato alla rielezione del sindaco, Pierluigi Biondi, e Daniela Aiuto, abruzzese, già eurodeputata M5S poi passata a +Europa e attualmente responsabile di Azione contrattualizzata da Invitalia con 86 mila euro.
In maniera legittima, ha specificato ancora Il Foglio, sono stati arruolati da Legnini, Elettra Rinaldi, persona di fiducia di lunga data, già capo segreteria del consigliere segretario Pd della regione Abruzzo, Dino Pepe, e attualmente capo della segreteria tecnica della struttura commissariale, Deborah Giraldi, dirigente struttura commissariale, già segretaria generale della regione Marche con Luca Ceriscioli e già segretaria comunale di Pesaro.
In forza alla struttura anche un giovane e stimato dirigente di origini abruzzesi Nicola Salini, teramano, già commissario dell’Ater di Teramo e componente dello staff del sindaco dem di Teramo, Gianguido D’Alberto. Nonché apprezzato componente dello staff dell’allora capogruppo del Pd in Consiglio regionale abruzzese, Sandro Mariani. Poi, due sub-commissari, Gianluca Loffredo e Fulvio Soccodato, hanno un doppio incarico: prendono ciascuno 100 mila euro come sub-commissari sisma, più 100 mila euro a testa come esperti del fondo complementare sisma.
Si tratta di tecnici, in questo caso, e non di politici.
Ed ancora: Alfonso Celotto, consulente nella struttura a 108 mila euro, ora ha rinunciato all’incarico a fronte di un lavoro con il ministro Elisabetta Casellati. Romano Benini, sociologo del lavoro di area dem, ora ha una consulenza con il ministro Elvira Calderone.
Sempre la struttura di Legnini in questi due anni ha sottoscritto contratti con otto Fondazioni. Tra cui la Merloni dove Enrico Letta, segretario del Pd, risulta capo del comitato scientifico.
Le fondazioni, partecipate da personalità autorevoli nel campo della scienza, del giornalismo e dell’imprenditoria, servono a favorire la divulgazione e l’affiancamento alle progettazioni dei destinatari dei bandi del Fondo complementare aree sisma dedicato al rilancio economico e sociale dei territori. I singoli provvedimenti prevedono importi consulenziali fino a massimo 60 mila euro per ogni fondazione, da rendicontare a fine attività.
Legnini ha difeso le sue scelte. Quanto ai collaboratori di area Pd, sempre al Foglio ha spiegato: “Chi è titolare di una funzione così complicata, come quella che ho ricoperto, è naturale che ci si rivolga anche a persone di fiducia. Parliamo però di curriculum specchiati, questo vorrei specificarlo. E inoltre potrei fare anche l’elenco delle persone di destra che hanno lavorato in una struttura complessissima che tocca 130 comuni e quattro regioni”.
E poi ha tenuto a spiegare che “Mantini è sì un ex parlamentare del Pd, ma anche un docente molto titolato del Politecnico di Milano. Così come Silvia Scozzese, consigliera della Corte dei conti. O Inverardi, una delle massime esperte di informatica. Altre persone che lei cita sono super professionisti, alcuni dei quali forse di area, ma rappresentano una parte minima di una struttura molto complessa”.
L’ex commissario per la ricostruzione del centro Italia ha riposto al Foglio al telefono da Ischia, dove si trova su una nomina del governo Meloni, anche se su indicazione del governatore campano, De Luca, del Pd, alle prese con un’altra emergenza dovuta dall’ultima alluvione.
Oggi, alla presenza del suo successore, dirà la sua in un clima di collaborazione: lo assicurano i suoi più stretti collaboratori.