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Ricostruzione: palazzo Centi, nuova accusa per i commissari di gara

L’inchiesta aperta a metà febbraio scorso, dopo il blitz dei carabinieri alla Regione, per una serie di appalti di dubbia regolarità, che vede tra i sospettati anche il presidente Luciano D’Alfonso, accusato di corruzione, segna un “aggiornamento” da parte della Direzione distrettuale antimafia dell’Aquila.

Infatti, nell’ambito del filone aquilano riguardante l’appalto di 13 milioni di euro per la ristrutturazione di palazzo Centi, sede della giunta regionale fino al sisma del 6 aprile 2009, e che vede oltre agli 11 indagati, anche i tre componenti della commissione di gara, i funzionari regionali Giancarlo Misantoni (presidente), l’architetto Roberto Guetti e l’ingegnere Silverio Salvi, con le ipotesi di reato a vario titolo sono di corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio, agli stessi è stato contestato un nuovo reato, quello di falso ideologico.

Secondo le indagini del sostituto procuratore Antonietta Picardi (portate avanti dal Nucleo operativo ecologico dei carabinieri) i tre indagati avrebbero stipulato alcuni verbali di gara risultati non veritieri. L’indagine nasce da una serie di intercettazioni di altri procedimenti nelle quali si parla di pressioni al fine di intervenire sul mega appalto vinto lecitamente da una ditta molisana “General Costruzioni” di Venafro (Isernia), cercando di condizionare o addirittura cambiare la commissione aggiudicatrice per favorire un’altra ditta edile: la Iciet Engineering di Castelli (Teramo).

In questo filone sono indagati anche l’ex dirigente del ministero dei Beni Culturali Berardino Di Vincenzo, ora in pensione, uomo vicino a D’Alfonso, che lo ha nominato suo consulente, il figlio Giancarlo Di Vincenzo, tecnico progettista, gli imprenditori Giancarlo Di Persio e Mauro Pellegrini, titolari della impresa Dipe, il capo della segreteria di D’Alfonso ed ex consigliere Pd Claudio Ruffini, l’amministratore delegato di Iciet Engineering di Castelli (Teramo) Eugenio Rosa, i due progettisti Alessandro Pompa e Gianluca Marcantonio, quest’ultimo che dal governatore D’Alfonso ha ricevuto diversi incarichi, uno dei quali all’interno del comitato scientifico del commissariato per la ricostruzione del terremoto in Centro Italia. Complessivamente sono 11 le indagini aperte dalla Dda dell’Aquila, che abbraccia varie province della regione Abruzzo, con 33 indagati tra cui dirigenti e funzionari regionali, professionisti esterni, imprenditori. Oltre al presidente, Luciano D’Alfonso, sono indagati gli assessori regionali Marinella Sclocco, Silvio Paolucci e Dino Pepe. Le ipotesi di accuse, a vario titolo, sono di corruzione, turbativa d’asta, falso ideologico, abuso d’ufficio.

 

Fonte: AGI

Immagine: CityRumors

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