“Basta fare campagna di comunicazione sulla pelle dell’Aquila. Bisogna mettere un punto all’inerzia di questa amministrazione che non si occupa di interloquire in maniera serena e concreta con le altre amministrazioni ma che preferisce scattarsi selfie nei quartieri più in difficoltà, promettendo soluzioni tempestive a situazioni incancrenite”.
Così in una nota Paolo Romano, capogruppo Italia Viva in Consiglio comunale e consigliere provinciale (Provincia Unita).
“Esistono pezzi di città che dopo undici anni ancora non vedono la ricostruzione e in alcuni casi la destinazione d’uso chiara che avranno dopo la fine lavori”, spiega.
“Nell’indifferenza e disinteresse dell’Amministrazione chiederò un incontro urgente con il Provveditorato alle Opere Pubbliche per capire come stanno le cose sui progetti della città che lo vedono soggetto attuatore. C’è bisogno di comprendere lo stato di attuazione o i motivi dell’incomprensibile e macroscopico ritardo su una miriade di progetti: parlo dei quattro cantoni, del polo universitario dell’ex San Salvatore, di Palazzo Carli, della sede dell’Università di via Assergi, della De Amicis, dell’ex Liceo scientifico di via Maiella, dell’ex Distretto militare in piazza S. Bernardino, nonché delle case Ater e delle scuole comunali di competenza del Provveditorato”, aggiunge.
“Senza dimenticare gli interventi per conto della Provincia come la sede di via S. Francesco di Paola, il centro antiviolenza e il conservatorio di musica a Collemaggio. Si tratta di interventi che incidono sulla ripresa urbana della città sia in termini di viabilità che in termini di sicurezza, decoro urbano e progetti culturali e produttivi come, per inciso, il polo universitario del San Salvatore”, sottolinea ancora Romano.
“In caso l’incontro non dovesse essere accordato dal Provveditore sarà mia premura intervenire presso il ministro delle Infrastrutture e trasporti anche ricorrendo a una interrogazione parlamentare.
Ci sono quartieri, come Valle Pretara, nei quali nessuno dei punti aggregativi che erano presenti ante sisma sono stati riconsegnati alla socialità”, prosegue.
“I fondi per la ricostruzione della chiesa di Santa Maria Mediatrice sono già stati annunciati da questa amministrazione ben due volte: la prima il 28 febbraio 2018, quando Biondi esultò sulla stampa per l’inserimento della chiesa nella Cipe di allora, inserimento di fatto mai avvenuto, la seconda nel maggio scorso. Sono passati sette mesi dalla certezza del finanziamento e né dal Comune né dal Provveditorato ci sono notizie in merito”, conclude.