Un piano aziendale, con potenziamento del personale e dell’organizzazione del servizio, per tentare di fronteggiare il forte aumento della richiesta di sangue dovuta soprattutto alla pandemia che ha contestualmente ridotto il numero delle donazioni.
L’obiettivo del piano, predisposto dalla Asl provinciale di L’Aquila, è introdurre in tempi brevi misure per rilanciare la raccolta di sangue e ricostituire scorte adeguate alla luce delle crescenti necessità.
Un aspetto che ripropone l’esigenza di continuare a sensibilizzare sempre più la popolazione sulle donazioni che sono fondamentali per assicurare le trasfusioni negli interventi chirurgici e nelle cure con emoderivati.
I dati della Asl provinciale di L’Aquila, che non fanno eccezione rispetto a quelli nazionali, indicano un calo delle donazioni che, oltre all’emergenza covid, è stato causato dalla necessità di recuperare interventi chirurgici programmati e rinviati nel tempo proprio in seguito alla pandemia. Al calo di donazioni ha contribuito, in provincia, anche l’invecchiamento della popolazione e l’aumento di soggetti anziani bisognosi di trasfusioni.
Nei primi cinque mesi dell’anno, da gennaio a maggio, il servizio di immunoematologia e trasfusionale della Asl, diretto dalla dr.ssa Anna Rughetti, ha prodotto 4.801 sacche di emazie concentrate (cioè globuli rossi), 21 in più rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
Tale incremento però, a causa di un maggiore consumo di emocomponenti, non ha portato benefici e, al contrario, ha determinato un segno negativo.
Infatti, sempre nell’arco dei 5 mesi considerati, si è registrato un saldo negativo di 58 sacche tra la quantità disponibile di emazie e quella che è stata effettivamente necessaria per trasfusioni e terapie.
La flessione non ha riguardato solo la produzione di emazie poiché si è registrata nella raccolta di plasma: 64 unità di sangue in meno.
Le donazioni, nel periodo esaminato, sono state complessivamente 5.084.
Per rilanciare l’attività in provincia si sta lavorando all’adozione di una serie di iniziative tra cui, tra l’altro, assunzione di nuovo personale medico, attività giornaliera aggiuntiva per consentire di donare anche nel pomeriggio ed eventualmente nei giorni festivi, maggiore appropriatezza delle trasfusioni.
Su tutto il territorio nazionale la riduzione delle donazioni nell’ultimo biennio è stata pressoché generalizzata, con un calo di donatori attorno al 2%.